A Pesaro l’insegnante senza identità: gli hacker gliel’hanno rubata e non può usare più i suoi soldi

L’incubo di una docente di Matematica e Scienze di 57 anni: hanno cominciato dalla Sim. Per affrontare la sua odissea si è rivolta a un legale, Pia Perricci: "Ho identificato i due truffatori"

Degli hacker hanno rubato l'identità e dei soldi a una insegnante di Pesaro

Hacker in azione, sopra Pia Perricci.

Pesaro, 16 maggio 2023 – Non ha più documenti di riconoscimento, patente, né conti correnti, carte di credito o bancomat, non può usare i suoi soldi e neppure li può ricevere. Insomma, è viva ma per lo Stato è un fantasma. Civilmente morta. Non ha più un’identità. Gliel’hanno rubata. Vittima di una banda di professionisti, di esperti pirati del web e non solo. Lei si chiama Maria Pina Garasto, pesarese di 57 anni, docente di Matematica e Scienze in una scuola media della provincia. E da marzo scorso la sua vita è diventata un incubo. Basti pensare che, con i suoi dati in mano, i ladri di identità le hanno hackerato lo Spid, fatto accesso a NoiPa e rubato lo stipendio di aprile, dirottandolo su un altro conto. Ha scoperto inoltre che le hanno acceso finanziamenti in tutta Italia per un totale di circa 50mila euro. E chissà quante altre ne stanno facendo a suo nome. Sì, perché la sua odissea è ancora all’inizio. E per affrontarla si è rivolta all’avvocato Pia Perricci che ha già annunciato di andare fino in fondo per tirare fuori dalla tempesta la sua cliente, pronta a "intraprendere azioni legali forti e dimostrative perché qualcuno dovrà rispondere dei danni subiti dalla mia assistita".

Tutta la vicenda prende il via dalla sim di un telefonino e finisce per chiamare in causa grandi aziende e pure istituzioni al massimo livello. "Le mie indagini difensive hanno portato alla scoperta dei nomi dei due truffatori che hanno rubato l’identità della Garasto – spiega Perricci – ma questi, ad oggi, nonostante le mie denunce, possono andare liberamente in giro a fare danni. Stiamo aspettando con urgenza in primis da parte della Wind e del ministro della Pubblica Istruzione e poi a cascata da tutti gli altri, delle risposte. E se non arriveranno, saremo costrette ad arrivare fino a Roma. Ma – conclude Perricci – visto quello che stiamo passando, mi sento di sollecitare tutti i cittadini a non condividere via whatsapp dei documenti perché sono facilmente attaccabili da parte dei malintenzionati. Internet e il mondo del web è molto bello ma altrettanto pericoloso e bisogna saperlo usare con cautela".