Pesaro, insulti alle dipendenti: finisce in aula per mobbing

Le avrebbe costrette a lavorare con sostanze irritanti senza guanti

Mobbing (foto d'archivio)

Mobbing (foto d'archivio)

Pesaro, 15 novembre 2022 - Demansionate, insultate, costrette a lavorare senza guanti con sostanze irritanti. Avrebbe anche tentato di obbligarle a iscriversi al sindacato cui apparteneva. A processo per mobbing si trova Luigi Di Guido, 49enne, originario di Napoli, ma residente a Pesaro. Di Guido era già finito al centro di vicende giudiziarie con una sua azienda di sanificazione, la Dg vapor, messa sotto sequestro dalla Guardia di Finanza di Rimini.

Nel processo a Pesaro, Di Guido, è finito in qualità di capo cantiere della cooperativa Nuovi Orizzonti che si occupava di pulizia e sanificazione per Marche nord. I fatti risalgono al 2017. Ad accusarlo sono tre dipendenti. Le donne hanno raccontato di mesi di maltrattamenti da parte dell’imputato (difeso dagli avvocati Marco Defendini e Salvatore Asole).

"Io sono l’azienda, il capo sono io" avrebbe dichiarato Di Guido, imponendo loro, secondo l’accusa, orari, riposi, permessi e luoghi in cui dovevano svolgere l’attività. In particolare avrebbe intimato a una di loro "d’ora in avanti i cessi pubblici li devi pulire sempre tu", mentre a un’altra "devi mettere la testa nel cesso e non parlare sennò ti tolgo il pane di bocca".

A una terza si sarebbe rivolto affermando che "viene prima il lavoro, poi la famiglia". E a tutte avrebbe imposto, a domande sul suo conto, di rispondere che "lui si comportava bene con tutti". Poi quelle pressioni per l’iscrizione al suo sindacato. Infine le avrebbe obbligate a pulire con detergenti irritanti, da lui miscelati, senza fornirle di guanti, esponendole al rischio di lesioni. L’imputato respinge tutte le accuse.