
Pesaro, 12 settembre 2023 – È accusato di diffamazione via social per un commento a un post contro un cacciatore che aveva sparato e ucciso un pitbull. Lui è l’assessore Enzo Belloni e ieri è stato il giorno della sua verità. Dal banco degli imputati, con accanto il suo legale, l’avvocato Gherardo Saragoni Lunghi, Belloni ha respinto l’accusa e rilanciato: "Solo io sono finito nel mirino tra centinaia di persone. Ho sbagliato, ma ci sono stati tantissimi commenti molto più gravi del mio. E perché quelli non sono stati denunciati?".
Ma per capire la vicenda, bisogna risalire a dicembre 2020, quando nella campagna di Granarola, risuonano due colpi di fucile. A terra resta Zoe, un pitbull di due anni, con due fori alla testa. La notizia finisce sui social. Le tastiere si caricano d’odio e impallinano il cacciatore con raffiche di minacce e insulti. Il proprietario del cane, Nicola Cappabianca, denuncia la doppietta. "Zoe era buonissima, sono sicuro che è stata uccisa perché era un pitbull". La procura apre un fascicolo ma per archiviarlo nel giro di poco. E questo perché salta fuori un testimone oculare che racconta al Resto del Carlino ben altro. Una versione che conferma quella del cacciatore. E lo scagiona. Il testimone è Danilo Mancini, titolare dell’azienda agricola Mancini di Granarola, e riferisce che il pitbull aveva aggredito il cacciatore e il suo cane e che questo aveva dovuto sparare per difendersi. La procura "cestina" il fascicolo.
Ma intanto il popolo di Facebook e dei social lo ha già condannato. E sotto il post compare, oltre a tutti gli altri, anche il commento di Belloni che bolla il cacciatore come "uomo di m…" e "c’è ancora chi giustifica simili monnezze". La doppietta a quel punto denuncia. E alla sbarra finiscono in 7, di cui 5 hanno scelto riti alternativi, mentre Belloni e un’altra persona sono andati a dibattimento. L’assessore non ha voluto prendere scorciatoie o sconti. "Ho solo criticato il comportamento, con termini spinti – ha spiegato ieri - Ero sul divano di casa assieme a mio figlio e al nostro cane. Ho letto quella notizia e ho commentato in quel modo. Non c’era scritto che aveva sparato per difesa. Non c’erano i nomi dei protagonisti né i fatti completi".
L’avvocato del cacciatore, Roberto Brunelli ha fatto notare che la critica era alla persona non al comportamento in un contesto di una "campagna d’odio social" e ha chiesto se l’assessore avesse compiuto accertamenti sui fatti. "No, ho solo commentato il gesto, un momento di ira". Tra i testimoni anche Ettore Florio: "Belloni ama i cani e partecipa sempre alle mie manifestazioni". Processo rinviato al 4 dicembre.