
"Questa tragedia ha tracciato in noi solchi profondi di sofferenza, ma non conserviamo dei sentimenti di odio verso gli assassini, bensì un desiderio di giustizia, di legalità, di memoria. Memoria vuol dire mantenere viva una persona cara che ora non c’è più. E a noi viene chiesto di vivere la nostra dignità di uomini e donne liberi che si impegnano a cambiare in meglio la società". E’ un passo della lettera inviata da Claudia Loi per la cerimonia di intitolazione alla sorella Emanuela - fra gli angenti di scorta del giudice Borsellino morti nella strage di via D’Amelio del 19 luglio 1992 – dei giardini pubblici di via Mazzini a San Costanzo, tenutasi eri mattina. Un’iniziativa del Comune, scaturita da una mozione della consigliera Nicoletta Carboni.
Nata a Cagliari il 9 ottobre 1967, Eleonora, la prima agente donna della Polizia di Stato a morire in servizio, il giorno della strage aveva solo 24 anni. Tante le autorità civili e militari presenti e, oltre a loro, anche gli alunni della scuola ‘media’, accompagnati dagli insegnanti e dalla dirigente dell’istituto ‘Enrico Fermi’ Anna Maria Landini. E proprio l’atteggiamento composto delle ragazze e dei ragazzi durante la cerimonia; la loro partecipazione ai racconti sulla strage e agli interventi degli ospiti, ha rappresentato il valore aggiunto di questa cerimonia. "Il sacrificio di Emanuela Loi – ha detto il sindaco Filippo Sorcinelli – dev’essere sempre nella memoria di tutti, in particolare dei giovani. Un sacrificio che ci ricorda qual è il prezzo della libertà e della democrazia". "La cosa più bella che ognuno può fare – ha rimarcato il prefetto Emanuela Saveria Greco – è vivere rispettando le regole ed essere esempio di legalità".
Mentre il questore Raffaele Clemente ha aggiunto: "La lotta alla mafia non è finita, anche se oggi occorre approcciarla in modo diverso. Questo giardino può essere un’arma per affrontare il futuro". Dall’onorevole Antonio Baldelli il "ringraziamento agli uomini e alle donne in divisa, che si sacrificano al servizio dei cittadini". "Emanuela e i suoi collegi – ha sottolineato il vicepresidente della Regione Filippo Saltamartini – hanno dato la vita per difendere la libertà e la democrazia". Mentre il presidente della Provincia Giuseppe Paolini ha detto: "Ogni paese dovrebbe avere una via, un piazza, un luogo dedicato a una vittima della mafia". Presenti anche i consiglieri regionali Andrea Biancani e Micaela Vitri e i vertici di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza.
Sandro Franceschetti