Pesaro, disoccupato e invalido: "Aiutatemi a trovare una casa"

Il dramma di Fabrizio Sambuchi, 61enne pesarese rimasto senza un tetto. Non ha lavoro né famiglia. Solo un pasto gratis alla Caritas una volta al giorno

Pesaro, 11 dicembre 2022 - Ha 61 anni, non ha una famiglia, non ha un lavoro, non ha una casa, non ha neanche una bicicletta per muoversi. Ha solo un pasto assicurato al giorno, alla Caritas, fino a gennaio, grazie alla richiesta che gli ha fatto l’assistente sociale del Comune di Pesaro. Ha dormito qualche volta anche sotto il ponte del Foglia. Ora esibisce la ricevuta dell’hotel Due Pavoni: 500 euro, pagati di tasca sua, fino al 31 dicembre prossimo, per evitare di dormire sotto le stelle.

Fabrizio Sambuchi, 61 anni
Fabrizio Sambuchi, 61 anni

Fabrizio Sambuchi, pesarese, abitava in via Basento. Prende 800 euro al mese di pensione perché è invalido, riconosciuto, all’85%, a causa di una serie di interventi chirurgici cui è stato sottoposto in passato agli arti, per colpa dei lavori che ha fatto: falegname, verniciatore, fabbro, saldatore ecc... E’ stato operato al ginocchio destro e alla spalla destra. Ora cammina soltanto, non può alzare pesi né fare molti altri movimenti.

La casa in cui abitava era di proprietà del padre. E’ stata venduta ad agosto scorso. A lui è toccata un parte del ricavato, che ha diviso con altri fratelli. Quella parte di soldi, da agosto ad ora, l’ha esaurita e la sta esaurendo: in hotel per dormire, in medicine (alcune di quelle che gli servono deve pagarle lui, nonostante l’invalidità), nei pasti non gratuiti (la cena), spese varie di burocrazia, compreso l’avvocato che lo sta assistendo per fargli avere l’altra pensione, quella legata al suo lavoro, perchè lavora dall’età di 12 anni, da 16 con contributi versati. "Poi – ammette lui stesso – ho speso molto pagando persone cui mi ero rivolto, per cercare aiuto e la casa, e che in realtà mi hanno fregato".

"L’ultimo lavoro che ho fatto – dice Sambuchi – era alla ’New Relax’, facevo come operaio le poltrone massaggio, ma la ditta ha fallito: mi sono trovato per strada, nel 2009, poi due anni di mobilità, sono iscritto al Job, ho cercato ma non ho trovato. Ora fisicamente ho grossi problemi e quindi molti lavori non li posso fare: non so usare il pc, ma altri lavori in cui non si usa il pc e non ci sia da fare certi sforzi o movimenti, come ad esempio il custode o il centralinista, posso farli, magari li trovassi". Ha fatto anche domanda per il reddito di cittadinanza, ma ancora non ha avuto risposte.

«Ora – aggiunge l’uomo – ho bisogno di un tetto sotto cui abitare e dove mettere le mie cose che attualmente ho depositate in un box dietro il Mercatone Uno. Il mio indirizzo ora è via della Casa comunale 1, lì e dal mio avvocato dove cerco di farmi domiciliare i documenti. Ho fatto richiesta per la pensione anticipata, ma dovrò aspettare mesi. Ho fatto richiesta per la casa, in Comune, ma mi hanno detto che ancora deve uscire la graduatoria e ci sono tanti che aspettano da più tempo di me. Con i soldi che mi sono rimasti ho girato anche le agenzie immobiliari, per poter avere un tetto sopra la testa, ma con sole 800 euro al mese di pensione, non dò garanzie e le agenzie non mi offrono nulla. Io per la casa sono disposto a pagare fino a 400 euro, utenze comprese e tutto il resto, e la parte restante degli 800 euro che prendo di pensione la uso per mangiare".

«Con l’invalidità che ho, stando fuori spesso, peggioro ogni giorno la mia situazione, rischio che mi trovano morto da qualche parte. Cammino in su e in giù per la città, per tutte le faccende che devo sistemare. Sempre a piedi, non ho neanche una bici. Se qualcuno potesse offrirmi un lavoro che posso fare, per me sarebbe un sogno".

«Ho cominciato – conclude Sambuchi – a lavorare quando avevo a 12 anni, riparavo i motori della Lambretta, poi in via dell’Acquedotto a carteggiare le moto di Morbidelli, poi ho fatto il fruttivendolo in città. Primo lavoro in regola l’ho avuto come fabbro da Zavagnini, in via Milano. Spero che qualcuno mi aiuti". Chi è disposto a farlo, per dargli una piccola o grande speranza, può chiamare la redazione del ’Carlino’: 0721 377711.