"Io c’ero ma a dar fuoco è stato lui" Un 16enne scarica tutto sull’amico

Tre notti di incendi, ragazzini denunciati. Il difensore di uno dei due: "Il mio assistito era succube". Drammatico interrogatorio in Questura del minorenne accompagnato dalla madre in stato di choc

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Ha confessato tutto ma a modo suo. Dando la colpa degli incendi a macchine, camper e cassonetti ad un amico, leader del gruppo, a cui non si poteva dire di no. E’ il racconto fatto alla polizia di uno dei due 16enni di Pesaro accusati di incendi dolosi in serie: "Io non ho dato fuoco al camper, ma l’ho visto fare al mio amico. Poi sono fuggito via dalla paura. Prima del camper, avevo dato fuoco solo ad un cassonetto lungo la strada perché mi ha costretto a farlo sempre il mio amico. Avevo paura di lui, poteva menarmi, mi imponeva di fare delle cose e io non sapevo rifiutarmi. Ma non c’entro con gli altri incendi, non ho nemmeno gli accendini. L’unica volta che l’ho usato me lo ha prestato lui. Nelle sere degli incendi, lo vedevo ogni volta staccarsi dalla compagnia alla 5 Torri per qualche minuto e poi tornare. Dopo un attimo, una macchina era in fiamme oppure bruciava un cas sonetto. E il mio amico si vantava".

Dice l’avvocatessa Virginia Denicolò che tutela uno dei due 16enni: "Il mio cliente, accompagnato dalla madre, ha raccontato da testimone quello che aveva visto fare all’amico poi sono stata chiamata a tutelarlo perché ha ammesso di aver dato fuoco ad un cassonetto, diventando quindi indagato. Ma ha e scluso che lui abbia appiccato incendi ad autovetture o al camper sotto il ponte dell’autostrada, con danni notevoli. Il ragazzo che tutelo ha ammesso tranquillamente le sue responsabilità ma non può prendersi colpe che non ha. Ha riferito di esser stato succube dell’amico e di non esser riuscito a dire no. Così quella sera lo ha accompagnato col motorino a fare un giro fino ad arrivare in strada Pantano-Castagno dove ha dato fuoco su ordine dell’amico ad un cassonetto. Poi sono fuggiti con i loro scooter, ma l’amico che seguiva si è fermato poco dopo per dare fuoco al camper. Il mio cliente si è accorto poco dopo, ha cercato di far desistere l’amico dal farlo ma inutilmente. Così è fuggito via ed è stato raggiunto dal responsabile di quel gesto che gli ha detto di stare tranquillo che tanto nessuno li avrebbe scoperti. Alla mattina alle 9, la polizia ha suonato alla sua porta portandolo in questura come testimone con la madre incredula e piangente e un altro fratello". L’altro accusato avrebbe scaricato le colpe a sua volta sull’amico. Intanto il ponte ieri è stato riaperto al traffico locale. E’ in attesa di essere ristrutturato a fondo per i danni dovuti all’incendio

ro.da.