"Io, presidente dell’Anpi, non ci sto Sull’Ucraina parole agghiaccianti"

Francesco Del Bianco, 35 anni, guida la sezione provinciale dell’Associazione partigiani. E sulla polemica che ha travolto il leader nazionale non ha dubbi: "Comunicazione sbagliata"

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Francesco Del Bianco, pesarese 35 anni, qual è la sua ascendenza personale per risalire fino alla Resistenza?

"Soprattutto mio nonno Elmo, che fu noto politico pesarese e anche partigiano che si infervorava quando ne parlava".

Lei è presidente dell’Anpi provinciale senza Resistenza alle spalle. Ma che fa l’Anpi?

"Affronta la storia, riflette sui fatti della guerra e della Resistenza, riattualizza i valori e lo spirito di allora in modo inclusivo".

Il vostro presidente nazionale ha sbandato clamorosamente sulla guerra in Ucraina, voi pesaresi come l’avete presa?

"In maniera netta e inequivocabile, sbagliata la comunicazione nazionale, linea fraintendibile, criticabile anche se in buona fede, alcune parole perfino agghiaccianti. Va bene una linea nazionale, ma con le differenze".

Una vita onesta è da Anpi?

"Dipende dall’onestà. Anche i nazisti erano convinti di fare onestamente il loro mestiere". Chi sono i fascisti e i comunisti di oggi?

"Fascista è chi come ideologia è pronto a schiacciare gli altri … ho un po’ di difficoltà a identificare i comunisti".

La questione dell’Ucraina vi sta insegnando qualcosa?

"Ci indigna, capiamo che ci sono in ballo cose enormi, ma dopo un XX secolo di morti di massa pensavamo che il XXI avrebbe portato ad un’altra soluzione che non fosse di questo tipo". Lei ha detto che la Liberazione non è un fatto ma un luogo da ricordare. Che vuol dire?

"Che è un luogo da frequentare, agendo e integrandosi da liberi e dicendo no ai fucili".

Perché un ragazzo pesarese dovrebbe iscriversi all’Anpi?

"Perché Pesaro ha avuto un ruolo importante nella Resistenza, ha pagato un alto prezzo civile. Perché l’Italia ha insegnato a tutti come si fa ad essere fascista, ma ha anche insegnato come resistere per molti anni".

Ma non è lo stesso come con l’Azione Cattolica? Anche lì danno delle verità già pronte.

"Non esiste verità con la maiuscola, ci deve essere un mondo tollerante, ci devono essere Azione Cattolica e Scout, Arcobaleno e tanti altri. Credo che l’Anpi sia come il Presidente della Repubblica, il garante dell’associazionismo".

Sente il pericolo della retorica quando deve intervenire con discorsi o altro?

"Credo che un po’ di retorica iniziale abbia un ruolo importante, se no c’è manca la vita, poi però devi andare a vedere in profondità".

Se le dico Urss che le viene in mente?

"Un ruolo incredibile, con luci ed ombre terrificanti".

I simboli hanno un ruolo importante per la memoria e i comportamenti: abbiamo il monumento alla Resistenza e largo Tre Martiri che sono carne della vostra carne. Che fa l’Anpi perché non scompaiano banalmente nella nullità?

"Per il monumento siamo aperti a tutte le soluzioni, l’essenziale è che venga valorizzato. Credo che sarebbe necessaria una tavola rotonda per mettere insieme ogni visione. A largo Tre Martiri ancora non ci ho pensato, certo non mi piacerebbe una rotatoria da autostrada".

Allora si ricordi che è la bellezza a salvare la memoria. Per concludere mi celebri in anticipo il 25 Aprile.

"E’ una festa di tutti tranne che per i fascisti".

E dove sarebbe la novità?

"Voglio dire che è la festa di chi la pensa in cento modi diversi, di chi è disposto a litigare e a celebrare la propria diversità. Non è invece la festa di chi non sopporta la diversità".

Franco Bertini