L’auspicio? Quello di poter ritornare ad ascoltare la grande musica al chiuso, per dove è stata pensata

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Lorenzo

Bavaj*

Primo appuntamento del Rof in memoria delle vittime della pandemia e in omaggio a tutti gli operatori sanitari. Piazza del Popolo, opportunamente transennata e posti distanziati.

La Petite Messe Solennelle è una sorta di testamento spirituale di Rossini composta da una serie di brani

profondamente ispirati e pieni di delicate sfumature che a buon diritto collocano questa Messa fra i capolavori assoluti di Rossini e anche di tutta la musica classica. L’amplificazione necessaria, pur di elevata qualità, non ha aiutato a percepire le innumerevoli sfumature

presenti nella partitura e soprattutto ha trasformato i pianoforti in qualche occasione in strumenti elettrici.

I solisti: Mariangela Sicilia, soprano e Cecilia Molinari, mezzosoprano – molto brave –vincono due a zero contro Manuel Amati, tenore non dimensionato al ruolo e Mirco Palazzi, basso non sempre a suo agio nei

difficili passaggi del “Quoniam” e talvota vocalmente fuori fuoco.

Il supporto strumentale fornito da Giulio Zappa e da Ludovico Bramanti ai pianoforti e da Luca Scandali

all’harmonium è stato compatto e solido (particolarmente coinvolgente il Prèlude Religieux eseguito da Ludovico Bramanti).

Il giovane direttore Alessandro Bonato ha scelto una interpretazione molto vigorosa e ritmicamente

esasperata, qualche volta troppo! In fondo è una preghiera....

Il coro del Teatro della Fortuna, istruito dall’esperta Mirca Rosciani, ha fornito una prova dignitosa in

quanto coro amatoriale, con problemi di intonazione nell’Agnus Dei finale.

L’auspicio è quello di poter ritornare “al chiuso” per ascoltare la grande musica lì dove è stata pensata.

* Lorenzo Bavaj è un concertista di chiara fama, insegna al conservatorio Rossini, accompagna da tanti anni il tenore Josè Carreras e con questo articolo inizia una collaborazione con il Carlino