La capitale della cultura in carne ed ossa

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Pesaro Capitale della Cultura è un signore vestito blu e maglietta azzurra, scarpe di tela, bastone a portata di mano, barba e capelli bianchi e fluenti per lunga e inveterata consuetudine. Se ne sta seduto nel teatro greco di Siracusa dove giorni fa la Fondazione Inda – Istituto nazionale dramma antico – gli ha conferito l’Eschilo d’Oro 2022, "un segno di riconoscimento e gratitudine per la lunga carriera di attore e regista; da settant’anni signore della scena italiana dalla sensibilità vibratile e aperta al nuovo è attento tanto ai classici da Sofocle a Shakespeare quanto alla drammaturgia del Novecento e contemporanea". Quel signore ha novantuno anni, si chiama Glauco Mauri (nella foto) ed è pesarese nato e cresciuto in via Della Pace, piccola viuzza in fondo al Corso. Detto con lo spirito costruttivo col quale un allenatore darebbe una lavata di testa a un paio di suoi giocatori dai quali si aspetta sempre il meglio, la domanda sarebbe: ma dove cavolo stavano incrociando le vele i due pirati della Malesia Matteo Ricci e Daniele Vimini sempre pronti agli abbordaggi per portare tesori in patria? Come hanno fatto a non cogliere questa incredibile occasione in cui Pesaro figura non tanto quale città della cultura ma addirittura nei panni autentici della cultura. Con un sillogismo facile facile: Mauri è il massimo della cultura teatrale italiana, Mauri è di Pesaro, dunque Pesaro è la cultura. Ci saremmo aspettati almeno uno dei cinquanta comunicati quotidiani in cui, ribadendo la pesaresità di Mauri, lo si gratificava, magari banalmente ma anche con autentica verità, della qualifica di "ambasciatore" della sua città natale. Guardate che razza di pesaresi girano per il mondo – avremmo potuto dire – figuratevi cosa combineremo nel 2024. Tanto per dire, l’Eschilo d’Oro lo ebbe in passato gente come Gassman e Albertazzi, Vanessa Redgrave e Irene Papas. E’ solo un peccato veniale, d’altronde a forza di parlare di cultura in via teorica può anche capitare di farti cogliere impreparato quando la cultura ti si presenta in carne ed ossa vestita di scuro e con la magliettina azzurra. Glauco Mauri è uomo di mondo e ci perdonerà con un sorriso. Grande.

f.b.