La Cgil: "Mancano 13 medici, il 118 in apnea"

Allarme del sindacato: "Serve un confronto per riorganizzare le forze in campo. Il personale non può fare miracoli e il paziente rischia"

Migration

"In tutta la provincia, su 10 postazioni del 118, mancano complessivamente 13 medici". Vania Sciumbata, Cgil medici, va di fioretto colpendo il cuore di un problema più ampio: la sofferenza, per carenza di organico, di tutto il sistema dell’emergenza provinciale. "I numeri, a nostra disposizione, lo dicono chiaramente. E fino a prova contraria i miracoli non rientrano tra le competenze dei medici". ll rischio, ogni volta concreto, che terrorizza i professionisti è di "non essere al momento giusto nel posto giusto". E questo, quando fai il medico, può voler dire molto soprattutto per il prossimo: la persona che vai a soccorrere. "Per questo dopo un confronto con chi in reparto copre turni su turni – continua Sciumbata – ci siamo resi conto della necessità di un tavolo di confronto per una riorganizzazione delle forze in campo".

Cgil Medici ha approfondito quanto avviene in regioni limitrofe, maturando delle proposte, ma prima diamo una occhiata ai numeri che risultano alle parti sociali. "Secondo noi all’appello mancano almeno 13 medici in tutta la provincia – spiega Sciumbata –. A Sassocorvaro i medici sono 3, ma uno dovrebbe andare in pensione entro l’anno. A Urbania i medici sono 3. A Urbino sono 4; a Pergola i medici sono 4; a Cagli 4; A Fossombrone idem; a Marotta sono 4; a Fano 4; a Pesaro, i medici sono 4 e da novembre rimarranno in tre perché un professionista andrà via; a Montecchio, dove il servizio è h12 e non h24 come nelle altre postazioni, i medici sono 2". Per Cgil Medici, la carenza è strutturale. "Una parte di questi non sono neanche dipendenti, nonostante diano piena disponibilità a diventarlo – spiega Sciumbata –. Sono in convenzione, ma la Regione non si è attivata per consentire l’inserimento in organico. Oltre alla carenza, ad appesantire il carico di lavoro di quanti prestano servizio, è certamente un’organizzazione che dovrebbe essere rivista". Perché? "Nonostante la garanzia di operatori a coprire turni su turni, è impossibile, di fatto rispondere in modo adeguato in tutto il territorio".

Quale la proposta da fare al tavolo di confronto tecnico che secondo i sindacati dovrebbe coinvolgere il personale medico (in convenzione e dipendente); il personale del comparto e anche le parti sociali in rappresentanza dei lavoratori? Eccola: "In attesa che ci sia una riorganizzazione anche del ruolo di medicina generale – conclude Sciumbata – bisognerebbe garantire un maggiore filtro sia per gli accessi al pronto soccorso che per le chiamate al 118. Secondo noi si potrebbe agire in analogia con quanto avviene in regioni limitrofe alla nostra". "In Emilia Romagna, Toscana e Liguria il personale delle ambulanze ha una forte presenza di infermieri. In parallelo ci sono auto attrezzate con medici a bordo che raggiungono i primi soccorsi prestati dalle ambulanze, se l’intervento è necessario. Questa possibilità a Pesaro non c’è: riteniamo, al contrario, possa essere uno strumento in più. Nessuno ha la verità in tasca. Non è più possibile temporeggiare. Alle soluzioni bisogna arrivare subito, iniziando dall’analisi congiunta della situazione attuale".

Solidea Vitali Rosati