
di Claudio Salvi
Ci sarà ancora possibilità (ma solo oggi e domani), di assistere ad una Locandiera libera da incrostazioni e da letture spesso sfuocate e riduttive del capolavoro di Carlo Goldoni. In scena al Teatro Rossini oggi (ore 19) e domani (ore 17), La Locandiera nella produzione del Teatro stabile dell’Umbria con l’applaudita regìa di Antonio Latella e che vede sul palco Sonia Bergamasco nel ruolo di Mirandolina (la protagonista), affiancata da Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo, Valentino Villa. E per chi vorrà saperne di più prima di vedere lo spettacolo ci sarà la possibilità di incontrare la compagnia oggi (ore 17 ) nella Sala della Repubblica.
Sonia Bergamasco, per lei attrice e regista essere diretta è una scelta tutt’altro che casuale…
"Il bello di lavorare con Latella è che lo si fa insieme; davvero. Lui solitamente ha un’idea potente dello spettacolo (e anche per questa Locandiera è stato così), ma si aspetta comunque che ciascun attore proponga anche un suo punto di vista. E’ strano da dire ma pur mantenendo la sua idea, durante l’allestimento, non ha mai fatto forzature su me o sugli attori. Anche richiamare me dopo Virginia Woolf è stata una scelta a lungo ragionata ma consapevole: l’idea era infatti quella di fare comunque una Mirandolina diversa".
E allora che Mirandolina vedremo?
"Una donna determinata con le sue fragilità. Il personaggio si è prestato per tanto tempo ad una lettura riduttiva; quello di una seduttrice. In realtà Mirandolina, è un narciso, una bambina cresciuta in mezzo ai clienti di una locanda e che, a causa delle responsabilità che la vita le assegnerà, imparerà molto presto a cavarsela da sé. Una donna capace di stare con la gente ma altrettanto brava a tenere le fila di tutto. Una donna che però si innamora e che non nasconde le sue fragilità".
Diceva di un’idea di spettacolo forte.
"Non conoscevo versioni teatrali de La Locandiera, non ne avevo avuto esperienze dal vivo prima. Con Antonio abbiamo pensato di superare il classico schema e ridare dignità a Goldoni cercando di restituire divertimento ma anche di affondare la lama dove era necessario farlo. Le maschere sono cadute per lasciare posto ad una psicologia contemporanea. Nonostante lo spettacolo si possa definire filologico nel rispetto integrale della scrittura goldoniana, Latella ha tenuto a che quel testo diventasse comunque nostro che fosse attuale pur con una lingua per sua forma lontana. E così anche i costumi, la scena contemporanea hanno aiutato a darne una lettura molto fisica, quasi attaccata ad ognuno di noi".
Che cosa cambia dopo essere stata votata miglior attrice dell’anno?
"Nulla a parte il bell’effetto iniziale. Diciamo che quel premio è arrivato con un personaggio che ho amato alla follia. Ma anche a Mirandolina mi sto affezionando tanto".
Attrice, regista dove si diverte di più?
"Amo moltissimo i miei lavori. Stare sul palco è bello tanto quanto starne dietro. Si imparano molte cose e credo che un ruolo restituisca energia e insegnamenti all’altro. Amo moltissimo la regìa, anche quella cinematografica, ed ora sto realizzando un documentario su Eleonora Duse".
E la musica?
"La musica è poesia. E la mia vita non potrebbe farne a meno".
Quando è stata l’ultima volta che ha messo le mani sul pianoforte?
"Questo pomeriggio ma ultimamente anche sul set del film di Marco Tullio Giordana “La vita accanto“ in cui finalmente faccio la pianista".