
Gambini: «. Anche per i cittadini credo che ora sia tutto più chiaro»
Il ‘pasticciaccio brutto’ di via Puccinotti 3, non ce ne voglia Carlo Emilio Gadda, è quasi risolto. Alla luce delle dichiarazioni fatte ieri dagli ex esponenti di Urbino Città Ideale, nelle cui file Lino Mechelli pare essere rimasto solo, non c’è ovviamente ancora la risposta alla domanda che tutti si pongono, ovvero se Gambini ritirerà le sue dimissioni, ma la cronologia dei fatti che hanno portato alla lettera protocollata il 28 febbraio ormai appare quasi del tutto chiara.
Dopo i vari interventi di maggioranza e opposizione, ieri abbiamo parlato direttamente col primo cittadino, per chiedergli a che punto è la situazione. "Al momento non ho novità – ci ha risposto appena siamo entrati nel suo ufficio, in Municipio – ma certamente la verità sta venendo a galla e anche per i cittadini credo che ora sia tutto più chiaro". Gli abbiamo quindi chiesto di riassumerci ancora una volta la situazione: "Mi pare sia evidente – ha detto Gambini – che non sono io che ho mollato in maniera incomprensibile perché mi sono sognato qualcosa che non c’era. Alla luce delle dichiarazioni del consigliere Francesco Donnanno, è ormai chiaro che Massimo Guidi e Lino Mechelli hanno stretto un patto per tenere in pugno la maggioranza". Il riferimento è a quanto ha dichiarato Donnanno, ora Gruppo Misto, ieri sul Carlino, affermando che i tre esponenti di RinasciMenti assieme ai due di Città Ideale, ovvero Mechelli e lui stesso, hanno firmato un documento in cui si condivideva la nascita di una federazione tra le due liste, con chiari riferimenti a una rimodulazione del peso politico all’interno della maggioranza e, di conseguenza, degli incarichi.
"Ma il consigliere Donnanno ha aderito – prosegue Gambini – perché sono stato io a chiedergli, essendo lui da un po’ di tempo in stretto contatto con me, di firmare per vedere fin dove gli altri si sarebbero spinti. E infatti si sono spinti a presentare una mozione fatta da Guidi a nome di altri sette consiglieri quando invece avrebbe dovuto e potuto essere un atto che partiva dalla maggioranza stessa, se tra lui e la giunta ci fosse stato dialogo". Una dimostrazione pubblica di forza, secondo Gambini, che però non ha tenuto conto dell’imprevisto: le dimissioni, che hanno scoperchiato il vaso di Pandora dei retroscena, retroscena che paiono essere dipanati, almeno finché non arriveranno ulteriori versioni da parte di Guidi e Mechelli. E il futuro? Se il sindaco non scioglie il riserbo sull’eventuale ritiro delle dimissioni, intanto si possono fare delle ipotesi. Se Gambini dovesse tornare a governare con RinasciMenti all’opposizione (o comunque non in piena sintonia), il consiglio comunale sarebbe composto da 17 membri per la maggioranza e 16 per l’opposizione, 18 e 15 se Mechelli si schierasse dalla parte del sindaco.
Numeri che consentono di governare, sì, ma non certo con serenità. Basterebbero uno o due assenti per non avere i numeri nelle delibere. Per avere numeri più solidi, servirebbe una presa di posizione di Carobini e Rossi, che al momento sono gli unici a non aver parlato. Unica alternativa, tra 14 giorni, il commissariamento.
Giovanni Volponi