
Lara Ottaviani e Giuliano Giuliani
Dopo aver insegnato alla Scuola del libro e dopo la "piccola incursione", come l’ha definita l’assessore Lara Ottaviani, nel territorio comunale con l’installazione di un’opera a Trasanni, fatti risalenti a oltre 30 anni fa, Giuliano Giuliani torna a Urbino. Dal 3 luglio al 31 agosto, le sale del Castellare di Palazzo Ducale ospiteranno “Destata pietra“, mostra dello scultore ascolano maestro del travertino, la pietra simbolo delle Marche, che veniva estratta nella cava del padre, luogo poi diventato centro della vita di Giuliani.
"La proposta ci è arrivata dal professor Bruno Ceci – spiega Ottaviani, assessore alla Cultura –. L’abbiamo interamente sostenuta e curata tramite gli uffici comunali, che ringrazio, così come ringrazio gli addetti ai lavori e Giacomo Alessandroni, che ha curato grafica, catalogo e cartellonistica. Giuliani ha una carriera lunghissima, ha esposto in luoghi importantissimi e il suo è un ritorno, ma in un modo in cui ancora non era stato fatto. La mostra avrà anche il patrocinio dell’Università e nel catalogo c’è pure un testo del rettore Giorgio Calcagnini, così come uno del senatore Guido Castelli e una poesia di Eugenio De Signoribus. Nel curare l’allestimento insieme, abbiamo sfruttato l’occasione per dare una nuova impronta alle sale del Castellare, con un restyling". Al centro della mostra c’è il legame tra l’artista e Urbino: le opere esposte riflettono questo rapporto, testimoniando la volontà dello scultore di “risvegliare“ la pietra tramite un approccio diretto, essenziale e poetico.
"Sono cresciuto nella natura, intorno alla cava di mio padre, ma per continuare l’esperienza artistica dovetti andare altrove, in cerca di certezze economiche – spiega –. Dopo sette anni di dolori, però, lasciai tutto per venire qui e fare l’insegnante. Ero precario, ma finalmente ero insieme alla scultura e questa mostra è il frutto di 30 anni di lavoro. Ci saranno 10 sculture di grandi dimensioni, cinque delle quali mai esposte. Nel mio lavoro c’è una contaminazione con altre materie, in particolare con la ditta Graziano Ricami, che assiste tutti i grandi dell’alta moda: mettere una maglia di paillettes alla pietra è un po’ un cortocircuito, ma a me piace".
Secondo il professor Ceci, curatore della mostra, la vicenda di Giuliani "ha dato luogo a una delle pagine più significative della scultura italiana contemporanea. Avvertiamo in queste opere una purezza d’esperienza e una disciplina di vita che toccano profondamente il suo rapporto con il mondo delle forme e della materia".
Nicola Petricca