La ’favola’ dei boschi urbani: chi li ha visti? Su 20 ettari, neanche un albero piantato

Società autostrade doveva progettarli nel 2021, ma si va avanti a colpi di proroga. Gambini, Pd: rischiamo di perdere un’occasione preziosa

Migration

Boschi urbani? Da tre anni a questa parte non s’è mossa foglia. Il Comune tre anni fa individuò sul Piano regolatore almeno 13 zone dove farli, ma ci mise un anno e mezzo per comunicare il dato a Società Autostrade. Quest’ultima avrebbe dovuto progettare i boschi entro il 2021, ma ha chiesto e ottenuto dalla Regione un anno di proroga: per consegnare il progetto ha ancora due mesi. Morale: ad oggi nessun albero dei 20 ettari previsti è stato messo a dimora per via delle lentezze maturate tra Comune e Società Autostrade. La progettazione sarebbe potuta partire già tre anni fa, nel 2019, quando il Comune individuò le aree possibili e vi mise i vincoli paesaggistici. "In effetti il progetto ancora non c’è e la piantagione è in ritardo – conferma Michele Gambini, consigliere comunale Pd, attento alle tematiche dell’ambiente –. Invece è fondamentale arrivare al progetto e quindi ottenere la messa a dimora perché, a fronte di una compensazione non arborea, il valore stabilito dalla legge, in alternativa, potrebbe essere monetizzato.

E’ una opzione che Società Autostrade può percorrere, come in alcuni casi è avvenuto. Ad incamerare i soldi sarà la Regione che potrebbe usarli per altre nobili necessità, non lo metto in dubbio, ma Pesaro perderebbe l’occasione di veder realizzato il polmone verde da 20 ettari, sparsi per la città. Infatti dubito che a fronte di una monetizzazione, poi la Regione si metta a realizzare i boschi previsti. Il rischio è plausibile, il mio auspicio è di arrivare il prima possibile ad avere progetto e cantiere. Sono convinto che Società Autostrade farà i boschi".

La questione affonda nei tempi lunghi – congelatisi due anni per il crollo del ponte Morandi a Genova – delle opere compensative alla terza corsia dell’autostrada. I venti ettari di cui si parla sono quelli che Società Autostrade dovrebbe mettere a dimora quale compensazione dei lavori fatti per la realizzazione delle opere accessorie: l’unica, tra queste, ad essere partita è stata la circonvallazione di Muraglia, poi è previsto l’avvio della bretella Gamba, poi Santa Veneranda..." I lavori per realizzare la bretella Gamba – spiega Gambini – in termini ambientali saranno i più impattanti, perché si passa sul fiume Foglia".

Come nasce quest’obbligo? "I cantieri impattano sull’ambiente – spiega Gambini – La Regione, quale azione mitigatrice all’impatto ambientale, in base a regole precise, stabilisce quanti ettari saranno da piantumare a seguito degli interventi fatti". Intanto la mappa con le 13 aree ha subìto dei cambiamenti: le zone restano vincolate paesaggisticamente, ma non rientrano più nei boschi urbani che Società Autostrade realizzerà quale opere compensative. Non ci sono più infatti F. zona verde di via Gagarin (retro Iper Conad); la I. via Bonini (zona adiacente rotonda interquartieri); O. Muraglia (strada dei Condotti).

"Ma in aggiunta Società Autostrade – spiega Gambini – realizzerà un’area boscata di 10 ettari a Case Bruciate appena finito il cantiere ora in atto. Quello sarà il bosco urbano più grande di tutti". Nell’elenco ci sono tre aree che bosco diventeranno, ma non grazie ad Autostrade: a piantumare la zona verde tra via Solferino e via San Martino ci ha pensato Aspes, mentre in via del Novecento, a piantare gli alberi c’hanno pensato il Comune, Legambiente e gli Scout. Ma questa è un’altra storia.

Solidea Vitali Rosati