La Festa degli alberi c’è Sono gli alberi che mancano

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Era la Festa degli Alberi. Ti mettevano in fila per due, infagottati come panettoni, tutti fuori della scuola e verso la campagna, allora quasi appena fuori del centro storico. A un certo punto, quando già il fango cominciava ad attaccarsi alla suola delle scarpe ti fermavano in un campo dove c’erano un direttore, un docente, un prete e un politico. Vicino a loro uno vestito da contadino, ma probabilmente fino ad una certa data lo era davvero, aveva in mano una specie di ramoscello con le radici, prendeva una vanga, faceva una buca ci piantava il ramo e poi c’erano i discorsi ufficiali. Poi c’erano i discorsi di cui sento ancora il rumore per aria. Poi c’era la benedizione perché l’albero fa parte del creato, poi tornavi a scuola con le zuppe sotto i piedi e anche un po’ "imbrigiolito" e rimbambito da quella uscita fuori programma. Era il 21 novembre, la Festa degli Alberi e capitava che facesse anche freddo. Sono passati decenni, la Festa degli Alberi c’è ancora, a non esserci sono sempre gli alberi. O per lo meno non ce ne sono mai abbastanza. Più sbocciava la nostra coscienza ambientalista e più gli alberi andavano giù. Questione di progresso: lì un grattacielo, là una fabbrica, più in là la superstrada, la rotatoria, lo svincolo, il parcheggio, il condominio, l’accidente che ti strozza e che ti spacca. "Nati non foste a viver come bruti...", è così che, dai e dai, un giorno siamo diventati Città della cultura per il 2024 anche se ancora dobbiamo capire bene cosa vorrà dire. Però farei un esempio. Quando eravamo "ignoranti" e la campagna ci stava addosso, a venir giù da Santa Maria o da Pozzo Basso c’era una strada dritta fiancheggiata da alberi alti e ombrosi, d’estate camminavi come su un viale del mare, adesso che siamo "colti" da Pozzo in giù è tutta una rotatoria e da Santa Maria (nella foto) va già bene se c’è un pezzo di marciapiede per bene. Quando nel 2024 i turisti usciranno dall’autostrada e verranno in centro si chiederanno: speriamo che la cultura della città non sia come questa periferia della Città della cultura. Perché, volendo, la cultura comincerebbe anche dagli alberi e anche senza la benedizione.

f.b.