"La fontana di Sordini a Cagli va restaurata"

L’appello dall’ex assessore comunale Alberto Mazzacchera: "È il lavoro di un grande autore del Novecento. Un giorno tutti lo capiranno"

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di Alberto Mazzacchera *

Non v’è proprio alcun dubbio che la Fontana del maestro Ettore Sordini (1936 – 2012) vada restaurata nell’anno del decennale della sua morte, eliminando quegli errori costruttivi imputabili non certo all’artista ma al pernicioso meccanismo delle gare d’appalto al massimo ribasso.

In questo anno una serie di mostre retrospettive da Taranto, Grosseto, Monza a Pavia con conferenze a Roma è già in programma per ricordare la figura di un artista protagonista del Novecento la cui prima mostra, insieme a Piero Manzoni, fu nel 1957 presentata da Lucio Fontana: celebrato artista del Novecento in ambito internazionale. D’altra parte non a caso la fondamentale Enciclopedia della Pittura in Italia edita da Electa, ha dedicato una voce proprio ad Ettore Sordini che nel suo lungo percorso sapienziale (contrassegnato dalla partecipazione alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano, alla Quadriennale di Roma) ha sgranato un linguaggio autentico e riconoscibilissimo. Nella ricerca e sperimentazione di nuovi perimetri artistici, con "intatti i ferri del mestiere" del pittore, ha saputo difendere la pittura da quanti ne propugnavano il totale azzeramento. Quando nel 1999 divenni assessore ai Beni e Attività Culturali del Comune di Cagli (ruolo che ho esercitato da vicesindaco fino al 2014), ricordo che c’era chi con reiterata insistenza chiedeva di rimuovere "i ferri vecchi" dal Torrione martiniano. Oggi quei "ferri", opere di riconosciuti artisti del Novecento tra i quali Eliseo Mattiacci, sono uno dei vanti di Cagli. Perciò è ora che si superino gli inconsistenti schemi generati da obsolete contrapposizioni politiche, quando non anche personali, per prendere coscienza che la Fontana di Ettore Sordini è un’opera d’arte e come tale va conservata, non certo demolita; perché verrà il tempo in cui sarà finalmente giustamente ammirata come un bene culturale; perché l’incommensurabile bellezza dell’Italia sta nella sua mirabile stratificazione artistica dispiegatasi nei millenni senza soluzione di continuità; perché non esiste la storia, non si ha storia senza una contemporaneità realmente vissuta.

* già assessore alla culturadel Comune di Cagli