La fuga di Diana, prodigio del pianoforte: "Così stanno distruggendo la mia Kharkiv"

La bimba di 10 anni ha raggiunto con la famiglia la zia che vive da anni a Falconara, intanto frequenta il Conservatorio a Pesaro. "Qui sto bene, ho già tanti amici e sto imparando l’italiano ma sogno di poter tornare nel mio Paese perché il cuore è rimasto lì"

La fuga dall'Ucraina di Diana

La fuga dall'Ucraina di Diana

Pesaro, 3 maggio 2022 - "A scuola, in classe, mi sono già fatta tanti amici e amiche, le maestre sono buone, non come quelle in Ucraina, ma io sogno di poter tornare nella mia città". La città di Diana Dvalishvili (il padre è di origini georgiane, la mamma ucraina), 10 anni compiuti in Italia pochi giorni fa, è Kharkiv, distrutta dalle bombe e ancora nel cuore del conflitto. Diana è la giovane pianista ucraina accolta a Falconara, dove vive la zia Armina, e ad Ancona e che ora si è trasferita a Pesaro per frequentare il conservatorio. Considerarla un’enfant prodige è assolutamente riduttivo visto che Diana, nonostante la tenera età, è già una stella di prim’ordine della musica classica ed è destinata a diventare una delle più grandi a livello mondiale. Arrivata in Italia con i genitori, la sorellina Daniela e il fratellino piccolo David all’inizio di marzo, Diana si è già esibita nella sua arte più volte. Il 6 maggio prossimo sarà ospite di una rassegna musicale a Firenze e il 1° giugno, come ricordato, suonerà di nuovo a Falconara: "Per ora con gli altri alunni cerco di dialogare in inglese – racconta Diana, che frequenta la quarta elementare, al Carlino – ma sto già imparando qualche parola di italiano e presto sarò in grado di poterlo parlare bene. Sono tutti bravi e gentili con me, sono felice di questo, anche il maestro del conservatorio è molto bravo, ma a me manca tantissimo la mia prof a Kharkiv. Adesso so che c’è la guerra e non si può tornare, ma il mio cuore è lì".

I genitori della bambina sono scappati quattro giorni dopo l’inizio dell’invasione da parte della Russia e Kharkiv è stata una delle prime città a essere bombardate. Sul dramma bellico a parlare è Kristina, la madre di Diana: "Per fortuna noi abitiamo alla periferia di Kharkiv dal lato opposto rispetto a dove il conflitto è più duro – spiega Kristina – e per questo quando ce ne siamo andati le mie figlie e il più piccolo non hanno praticamente visto le macerie, anche se sentivano i boati delle bombe. Siamo fuggiti in tempo, prima che fosse troppo tardi. Nelle prime e uniche notti in casa, quando si preparava la fuga verso l’Italia, abbiamo cercato di proteggere i corpi dei bambini, tenendo le finestre aperte per evitare che fossero colpite e andassero in frantumi".

Poi finalmente la partenza e un viaggio drammatico e indimenticabile: "Non lo dimenticheremo mai – aggiunge Kristina – ci sono voluti ben sei giorni per uscire da Kharkiv, attraversare tutto il paese, da est a ovest, passare in Polonia e poi trovare un mezzo che andasse verso l’Italia e giù fino ad Ancona. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone, tutti gli italiani che ci hanno aiutato e che ci stanno aiutando a rendere meno traumatico il passaggio da un tipo di vita a un altro. In pochi giorni è cambiato tutto, dobbiamo abituarci a questo e non è facile, specie per i bambini".

Infine una considerazione da parte della zia di Diana e sorella di Kristina, Armina che vive a Falconara da appena tre anni e parla un italiano migliore di tanti madrelingua: "Ancora tanti in Italia non capiscono il nostro dolore, il dolore del nostro popolo, aggredito, ucciso e costretto a fuggire".