ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

La giudice morta in casa. Riesumato il corpo. Disposta nuova autopsia

L’esame si svolgerà il 21 prossimo. Salma trasferita a Roma da Riccia (Campobasso). Il medico legale: "Eseguiremo anche una tac, visto che non era stata fatta". .

L’ingresso del cimitero di Riccia, Campobasso, luogo di origine della giudice

L’ingresso del cimitero di Riccia, Campobasso, luogo di origine della giudice

E’ stato riesumato ieri mattina, nel cimitero di Riccia (Campobasso), il corpo della giudice Francesca Ercolini, trovata morta nella sua abitazione di Pesaro il 26 dicembre 2022. La salma è stata trasferita a Roma, dove il prossimo sabato, 21 giugno, sarà eseguita una nuova autopsia al Policlinico Umberto I.

A disporla è stato il gip dell’Aquila nell’ambito della nuova inchiesta penale condotta dalla procura della città abruzzese (competente per i casi che riguardano i magistrati delle Marche) ruota attorno alla morte della magistrata, 51 anni, originaria del Molise e in servizio alla Seconda Sezione Civile del Tribunale di Ancona. Il medico legale incaricato, Vittorio Fineschi, ha spiegato ai microfoni di del tg regionale di Rai 3: "Faremo una Tac visto che non è stata fatta in prima istanza e poi procederemo alla seconda autopsia (dopo quella fatta a ridosso del decesso, nel 2022 ndr) subito nella stessa mattinata di sabato".

A supportare le indagini, anche il Ris dei carabinieri di Roma, che, con un esperimento giudiziale richiesto dal Gip, ricostruirà la scena del decesso nell’abitazione di viale Zara, che si trova a due passi dal mare.

Qui Francesca Ercolini era stata trovata impiccata a una ringhiera interna, con un foulard stretto al collo. A fare la tragica scoperta, il giorno di Santo Stefano, erano stati il marito e il figlio adolescente. La morte della donna è stata fin da subito classificata come suicidio. Ma l’esposto molto articolato presentato dalla madre, Carmela Fusco, ha sollevato dubbi sulla gestione dell’indagine iniziale.

Oggi i nomi iscritti nel registro degli indagati sono sei: oltre al marito avvocato, compaiono un medico legale e alcuni membri delle forze dell’ordine. Le ipotesi di reato, a vario titolo, vanno dal depistaggio alla falsa perizia, fino alla violazione del segreto istruttorio e all’omissione di atti d’ufficio. Durante l’udienza preliminare che si è svolta lo scorso 23 di maggio il giudice ha rigettato l’eccezione sulla competenza territoriale, confermando quella dell’Aquila per i reati che coinvolgono magistrati marchigiani.

E stata accolta invece nel corso dell’udienza preliminare la richiesta delle difese di escludere la madre della vittima – Carmela Fusco – come parte offesa, ritenendo che i reati contestati riguardino esclusivamente la pubblica amministrazione.