
Roberto Magini con il suo ultimo libro: «La maledizione dei vangeli apocrifi»
"La maledizione dei Vangeli apocrifi" (Leone editore), è l’ultima fatica letteraria, l’ottavo per la precisione, di Roberto Magini, medico prestato alla scrittura o forse sarebbe meglio dire il contrario, arrivati a questo punto, visto il successo che sta ottenendo con i suoi libri. L’ultimo, in uscita in questi giorni anche nelle librerie pesaresi, è coerente con il flusso di pensieri fantastici dell’autore, che ha un pregio su tutti: quello di scrivere con fluidità, scorrevolezza, semplicità e avvolgenza, visti anche i temi che tratta e come li tratta. E non è una premessa scontata visto l’affollamento di penne. Anche "La maledizione dei vangeli apocrifi" si snoda attraverso più piani. Il primo puramente gaudente e potremmo parlare di una lettura calata perfettamente nel clima estivo, visti gli amori che si succedono e che vedono come protagonista Filiberto. Un giovane alle prese con doti nascoste estremamente interessanti per le amanti che incontra, un adolescente che cresce scoprendo il proprio corpo, mosso dalla ricerca dell’amore vero, quello che appaga al di là dei sensi e della sensualità, temi che scandiscono la prima parte del racconto. Davanti a lui scorrono come comparse affascinanti, affettuose e provocanti, eccitanti, tutta una serie di figure femminili che animano la lettura rendendola scorrevole, puntellata com’è da scene d’amore che lo vedono protagonista.
Ma, dopo la prima parte del racconto, un episodio gela la calda atmosfera di queste pagine: la morte di Laura, che resta la figura centrale del libro assieme a quella di Donata. Inutile raccontarvi perché e per come, lo scoprirete leggendo d’un sorso queste pagine fatte di dialoghi, dialoghi e ancora dialoghi, intervallate da riflessioni fino all’episodio che scuote l’idillio: la scoperta, dopo la morte di Laura, di papiri che portano con sé una sorta di maledizione, perché appetiti da una setta. Vangeli apocrifi considerati eretici. E’ qui, aprendo le ante di un armadio dimenticato, che si apre un altro mondo, il mondo fantastico di Roberto Magini dove all’amore che ha caratterizzato le prime pagine si sovrappongono anche colpi di scena e quel senso di incertezza e di pericolo che ti tiene attaccato alla lettura fino all’ultima pagina. In fondo, un buon romanziere è colui che non ti stanca e che, al di là delle forme e degli stili personali, riesce a narrare una parte di sé e forse di molti che leggono, nel modo più passionale e al tempo innocente, con trasporto che induce a dire: beh, già finito questo libro? In fondo molti uomini vorrebbero essere Filiberto De Sanctis e altrettante le sue amanti. A voi scoprire perché.
d. e.