La Memoria della Shoah rivivrà nella primaria di Bottega

di Alessio Zaffini

Il 27 gennaio 1945 viene liberato il campo di concentramento di Auschwitz con 7mila ebrei ancora miracolosamente vivi seppur ridotti a scheletri. Per chi ha dimenticato tutto questo o ancora non sa, verrà proiettato, venerdì 27 gennaio alle 20.30 nell’Aula Magna della scuola primaria "Carlo Alberto Dalla Chiesa" di Bottega di Vallefoglia, il nuovo documentario del giornalista Pietro Suber intitolato "1938. Quando scoprimmo di non essere più italiani".

A dare voce ai tremendi atti dei nazifascisti ai danni del popolo ebraico la sopravvissuta Lea Polgar, la quale ha dedicato tutta la vita al mantenimento della memoria. L’evento, proposto ed organizzato dalla giornalista Claudia Marchionni, è ad ingresso libero.

"Ricordare non è importante, è vitale – commenta il sindaco di Vallefoglia, Palmiro Ucchielli –. Chiunque voglia fare qualcosa nella vita, se non ha memoria del passato, tende a minimizzare gli eventi futuri. Il nazifascismo ha fatto danni incalcolabili nello scenario nazionale e mondiale. Ricordarli con la proiezione del documentario di Suber penso sia il modo migliore per evitare che si ripetano. Non bisogna chiudere gli occhi di fronte a certi orrori, ma conoscerli affinché non si perdano nel tempo".

Anche Pietro Suber, regista del documentario, considera importante il valore della memoria: "Penso che sia un’occasione quasi unica quella di avere un testimone diretto di quelle atrocità – spiega Suber –. Ci sono tanti testimoni, vittime delle leggi razziali.

Ho voluto trattare la storia di Lea, la quale, grazie all’aiuto di altri italiani, si è nascosta, facendosi assistere da uno scultore del Vaticano. Allo stesso tempo, se vi sono i sopravvissuti, vi sono anche i carnefici ancora in giro. Questo documentario parla anche di loro e con loro, perché la tragedia non è solo subita, ma c’è anche chi la applica".

La senatrice Liliana Segre, recentemente, ha commentato il giorno della Memoria dicendo che tra qualche anno, di questi fatti, rimarrà solamente una riga sui libri di storia e facendo così nascere spontanea la domanda sul fatto se, dimenticando, eventi del genere potrebbero ripresentarsi.

"In queste modalità così tragiche non si ripresenterebbero mai – continua e concude Suber –, ma atti di discriminazione continuano ad esserci tutt’ora. Sono andato nelle organizzazioni giovanili di estrema destra a sentire cosa ne pensassero di questi eventi. Loro mi hanno dato una versione dei fatti, smentita poi da chi queste atrocità le ha vissute, ma è comunque preoccupante. Il rischio di una degenerazione autoritaria, purtroppo, c’è"