Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro: "Più spettatori del 2019, è una sfida vinta"

Titoli di coda sul festival con un bilancio decisamente positivo sul fronte dei numeri e su quello della proposta artistica

Mostra del Nuovo cinema di Pesaro, una sfida vinta

Mostra del Nuovo cinema di Pesaro, una sfida vinta

di Claudio Salvi

Si spengono gli schermi alla Mostra internazionale del Nuovo cinema ma rimane il successo di un’edizione che segna non solo il ritorno alla normalità ma anche la consapevolezza che Pesaro per la settima arte rappresenta sin dagli esordi (ben 58 anni fa), un appuntamento autorevole e di qualità con un occhio particolare rivolto al cinema indipendente. Si tirano le somme di questa otto giorni densa di eventi, proiezioni, incontri con gli autori, tavole rotonde, performance, proiezioni in piazza. E’ pienamente soddisfatto di come sono andate le cose il direttore artistico del festival Pedro Armocida. "Se ragioniamo in termini di presenze, il dato è oggettivo. Siamo andati benissimo, ancora meglio del 2019 con il cinema in piazza (quasi 900 ogni sera) con tutti i posti occupati e in contemporanea il Teatro Sperimentale a pieno regime".

Armocida è stato davvero boom di pubblico. E’ tutto merito del festival o c’entra anche il post-pandemia?

"Direi che è stato merito soprattutto delle scelte che abbiamo fatto. Negli ultimi anni il pubblico del festival, compreso quello locale, si era abituato a vedere film non sempre facili, in lingua originale e sottotitolati. Quest’anno abbiamo cercato in qualche modo di favorire la comprensione e abbiamo puntato sul cinema italiano e devo dire che è andata bene. Ora c’è un problema però…".

Ci dica, quale?

"Mantenere questi livelli anche per le prossime edizioni. Io ci sto già pensando".

Un bilancio dal punto di vista artistico.

"Abbiamo avuto conferma della bontà di molte delle nostre scelte. Come quella rispetto al coraggioso tentativo fatto anni fa di mettere in concorso produzioni di tutti i formati: dai film ai corti e provenienti da ogni Paese; insomma volevamo mettere a confronto diversi tipi di cinema lasciando alle giurie il compito di scegliere. E pensate quella internazionale ha fatto quest’anno una scelta radicale assegnando il primo premio del festival ad un corto di appena sette minuti a firma del regista francese Noé Grenier".

L’Evento speciale dedicato a Mario Martone è stato un altro centro.

"Abbiamo iniziato a lavorarci l’anno scorso ed abbiamo pubblicato anche il libro ‘Mario Martone. Il cinema, i film’ e devo ammettere che il successo che Mario ha ottenuto a Cannes con ‘Nostalgia’ e poi tutti i premi (sette nastri d’argento) anche grazie all’altro suo film ‘Qui rido io’ è stato travolgente anche per noi. La retrospettiva a lui dedicata è andata a gonfie vele. Per la proiezione ‘Morte di un matematico napoletano’ lo Sperimentale era esaurito con il pubblico che ha accolto Martone con una standing ovation". Ma poi ci sono stati anche Abel Ferrara, Giancarlo Giannini, Tommaso Ragno.

"E’ stato il ritorno del cinema a decretare il successo di questo festival. E’ un bel segnale in un momento di crisi per le sale e i cinema in generale. Il festival ci ha dato la prova che la gente ha ancora voglia di andare in sala".

Qualche anticipazione sulla prossima edizione?

"Celebrare ogni anno un grande regista italiano mi pare sia giusto, anche per rendere omaggio al nostro cinema. Il fatto poi di trovarne uno con ancora molte cose da dire e soprattutto film da girare, è ancor più stimolante. Non faccio nomi ma il prossimo anno sarà un grande regista italiano che magari porterà qui al festival qualche statuetta".

La rosa dei nomi a questo punto si restringe ma Pesaro non vuole svelare ancora la carta dell’edizione 2023.