"La nostra lotta: più reddito, meno precarietà"

Davanti alla Rivacold presidio in occasione dello sciopero contro la manovra. Marinucci, Cgil: "Scelte contrarie agli interessi della gente"

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"Dovevamo e volevamo esserci, c’erano mille buoni motivi per farlo. È solo l’inizio e continueremo ad andare avanti uniti contro tutto. C’è un momento in cui bisogna dire basta e dare voce alle nostre ragioni". A gridarlo di fronte a oltre un centinaio di lavoratori presenti ieri allo sciopero avvenuto alla sede Rivacold di Vallefoglia è Rossella Marinucci, segretaria regionale Cgil. Insieme alla Uil, il sindacato si è fatto ancora una volta portatore dei disagi subiti dai cittadini, protestando in particolare contro le misure del governo contenute nella legge di bilancio 2023. Una settimana di manifestazioni in tutte le regioni italiane per chiedere più tutela per cittadini lavoratori, disoccupati e pensionati. "Le scelte prese sono tutte contrarie agli interessi delle persone comuni", ha continuato Marinucci: "Abbiamo bisogno di redditi e di contrastare la precarietà, e visto che nella legge di bilancio non c’è niente di tutto questo Cgil e Uil si sono mobilitate. Ogni territorio ha scelto dei luoghi significativi, per noi essere in una zona industriale vuol dire essere più vicini al mondo del lavoro. Non potevamo che fare questa scelta, in un paese dove ci sono 5 milioni di poveri, portando le nostre ragioni qui e sempre".

Il messaggio è chiaro anche per Paolo Rossini, segretario regionale della UIL e segretario generale dei metalmeccanici della provincia: "La gente non arriva a fine mese e sarà sempre peggio. Quello che chiediamo al governo è investire sulle persone. Gli interessi dei lavoratori prima di tutto, vogliamo che lavoro e sanità tornino al centro. Tutto il resto sono chiacchiere".

Una battaglia per i diritti che ha portato a Montecchio da Ancona, anche il docente Vittorio Sergi, di Flc Cgil. "La lotta per il salario è una sola, e accomuna gli insegnanti agli operai per gli stipendi da fame che ci collocano, in Europa, tra i lavoratori poveri. La manovra finanziaria colpisce tutti: i tagli si ripercuotono anche sulle famiglie di operai che faticano a promuovere l’educazione. Il tasso di dispersione scolastica in aumento lo dimostra, ed è già superiore al 13%".