La nostra storia in mostra

"Ritrovare la fiducia nel futuro scoprendo che la vita è musica"

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"Si può ripartire da una canzone, da un’epoca, per ritrovare fiducia, perché è di quella che abbiamo bisogno ed è quella che è mancata dagli anni ’60 ad oggi". L’auspicio di Michele Brambilla, direttore di Qn che è media partner dell’evento organizzato dall’amministrazione comunale di Pesaro, è qualcosa di più di un invito a visitare la mostra "Noi, non erano solo canzonette", allestita ai musei civici e al museo nazionale Rossini. E’una provocazione a vivere una parte della nostra storia, dal 1958 al 1982, attraverso le canzoni che abbiamo respirato, per capire che, "come i nostri genitori sono usciti dalla miseria della guerra e hanno conquistato la lavatrice, la televisione, la vacanza negli anni ’60, così noi oggi possiamo ripartire se solo avessimo un po’ più di ottimismo e fiducia nelle nostre possibilità. Quando sento dire che due mesi di chiusura hanno provocato più danni della guerra, mi dico che non può essere vero". Un messaggo rivolto in particolare ai giovani che hanno una possibilità eccezionale, come ha ricordato Gianpaolo Brusini, uno dei curatori, quella di "vedere, leggere, studiare un epoca che li riguarda perché è dal passato che ci costruisce il presente e il futuro". Avanti, dunque, c’è posto, pur con il distanziamento ancora in atto, per affacciarsi ai nostri anni seguendo la traccia di cento canzoni, da "Nel blu dipinto di blu" di Modugno, alla Locomotiva di Guccini, solo per citare due degli autori selezionati, ha aggiunto Brusini, con un criterio: "Abbiamo scelto le canzoni che riflettevano lo stato d’animo di chi le ascoltava". Regista dell’iniziativa è il Comune di Pesaro, città il cui vice sindaco Daniele Vimini ha ricordato "la vocazione musicale innata e lo spirito rossiniano che la pervade", nonché "lo sforzo organizzativo messo in atto con sistema museo". E così, "dopo essere stata la prima città in Italia a proporre dopo il covid uno spettacolo teatrale, con Ascanio Celestini, ora ripartiamo con la mostra sulla canzone e sulla nostra storia: un evento per il turismo, che vogliamo alimentare in questi mesi ospitando anche importanti personaggi della musica italiana. Velocità è la parole di questa estate, la chiave per ripartire ed evitare tensioni sociali in antunno". Ha collaborato con il Comune la Regione, "che sosterrà la promozione di un evento che vuole rilanciare anche il turismo", ha detto il consigliere Biancani. Salvatore Giordano, presidente del Conservatorio Rossini e vice presidente della Camera di Commercio, ha definito la mostra "popolare nel senso alto, ovvero comprensibile a tutti, un percorso semplice e virtuoso che sono gli stessi principi che animano l’assegnazione di contributi da parte della Camera di commercio ai Comuni. Una mostra di cui ci si innamora". Saul Salucci, dell’Orchestra sinfonica, ha invitato i visitatori a "riscoprire la bellezza dell’imperfezione musicale che la tecnologia oggi ci nega: l’intonazione di Lucio Battisti ad esempio che per quanto irregolare ci regala emozioni da decenni". Ha lavorato alacremente "Sistema museo" con Luca Covarelli: "Siamo alla prima produzione culturale del dopo Covid, un bell’acuto di Pesaro città della musica". Tanti i personaggi del mondo della cultura e della musica italiani vicini all’evento, da Ivano Dionigi, pesarese e già rettore dell’Università di Bologna, a Paolo Rossi Pisu, produttore cinematografico e figlio di Raffaele Pisu, a Caterina Caselli, Gianni Morandi, Nek e Paolo Rossi che hanno annunciato la loro presenza in itinere. La mostra è scandita da quattro essenziali momenti storici, come ha riassunto il direttore di Qn Michele Brambilla, "oltre al sogno degli anni ’60, la bomba di piazza Fontana del 1969 che apre la stagione della paura, della rabbia e della protesta, gli anni 80, in cui abbiamo tentato di tornare a sorridere, pur nell’esplodere della corruzione e della contrapposizione politica". Ma anche in quella circostanza c’è stato, ha concluso il sindaco, "un urlo, quello di Marco Tardelli e dell’Italia che vinceva il campionato del mondo di calcio dopo essere partita per la Spagna con addosso le scorie dello scandalo scommesse ma che ha saputo rialzarsi".

Davide Eusebi