La Pasqua degli ucraini nella chiesa di Loreto

Domani alle 16 la comunità celebrerà in rito cattolico greco bizantino: "Qui siamo a casa"

Da anni si riuniscono per la celebrazione eucaristica in rito cattolico greco bizantino, ma quella di quest’anno sarà una Pasqua particolare. Sarà la Pasqua dei profughi, di coloro che sono scampati dalla guerra e di una comunità raccolta in preghiera per la pace. E’ la Pasqua ucraina che si celebrerà a Pesaro domenica alle 16, nella parrocchia di Santa Maria di Loreto. Qui, su iniziativa del parroco don Giuseppe Fabbrini (foto) che da anni ha aperto le porte della chiesa a loro, la comunità ucraina (e non solo) della città celebra la propria funzione religiosa alle 16 di ogni domenica. Così sarà anche domani, per la Pasqua, con un significato particolare: "Viviamo un momento di profondo dolore – è il messaggio di Liudmila, 29 anni, che sta aiutando i suoi connazionali scappati dalla guerra – che ha aperto ferite nel nostro cuore difficilmente immaginabili da chi non è coinvolto in questa tragedia. Per questo la celebrazione di quest’anno ha un significato particolare e sarà molto sentita. Pasqua significa resurrezione e per noi in questo momento la resurrezione è quella di un popolo oppresso e devastato dalla guerra. Ma vogliamo anche esprimere pensieri di pace, nei confronti di chi sta perseguitando il nostro popolo, perché tutto finisca e perché si ritorni ad essere fratelli, anche se non sarà facile dopo tutto quello che sta succedendo". Olga, una sua amica, scappata dall’Ucraina, evita ogni riferimento al rifiuto ucraino di portare la croce nel venerdì santo celebrato dal Papa assieme ai russi ("non voglio parlarne, è troppo doloroso per me"), ma spiega che "la comunità pesarese e in particolare quella di Santa Maria di Loreto sono stati da sempre attenti alle nostre esigenze e ci hanno messo a disposizione la chiesa ogni domenica per le nostre celebrazioni ben prima che scoppiasse la guerra. Voglio ringraziare don Giuseppe per la sua generosità e sensibilità verso di noi". La celebrazione viene officiata da un sacerdote che celebra nel rito cattolico greco bizantino. La comunità è seguita da padre Volodomir.

d.e.