La Regione sbaglia i conti, 32 senza premi Covid

Sono 800 euro a testa, che lo Stato avrebbe riconosciuto ai lavoratori. Ma i soldi non sono arrivati neanche ai 7 compresi in lista

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Da operatori nella sanità sono tra gli eroi della pandemia. Tanto che per legge lo Stato, a maggio, gli ha riconosciuto un premio Covid per i sacrifici fatti: circa 800 euro a testa. Ma qualcosa è andato storto visto che a distanza di sei mesi dall’erogazione dei fondi statali, nessuno di loro ha avuto quanto gli spetterebbe.

Cosa è successo? "La Regione Marche ha fatto un errore e nessun altro passo per rimediare a quell’errore – spiega Valentina D’Addario, segretaria generale Nidil Cgil Pesaro Urbino –. Per cui, per ora, il danno, è solo a carico di questi 39 lavoratori esclusi dalla premialità Covid". Che tipo di errore? "Nel 2021 lo Stato ha chiesto alla Regione di conoscere il numero dei lavoratori che aveva in somministrazione per poter stanziare la somma necessaria a liquidare il premio Covid procapite. La Regione Marche ha dichiarato allo Stato, presumibilmente con dati avuti da Asur Marche, di avere solo 7 lavoratori in somministrazione invece di 39, dimenticandosi quindi 32 operatori sanitari, vivi e vegeti, che da anni lavorano negli ospedali del nostro territorio. Un anno fa, a novembre 2021 lo Stato ha ripartito i fondi per Regione dando alle Marche la somma per soli 7 lavoratori". Questi, almeno hanno avuto il premio Covid? "No, nessuno dei 39 lavoratori in somministrazione ha ancora ricevuto nulla". Cosa vuol dire lavoro in somministrazione? "ll lavoro somministrato è un rapporto di lavoro in base al quale l’impresa utilizzatrice può richiedere la prestazione di uno più lavoratori ad agenzie autorizzate (somministratori)". Avete protestato? "Sì, a settembre davanti all’ospedale di Urbino i lavoratori e noi del sindacato abbiamo manifestato con striscioni e slogan per ottenere una spiegazione. Infatti l’assessore regionale Saltamartini ha confermato nell’aula del Consiglio regionale che, secondo Asur Marche, i lavoratori somministrati, fossero sette e non 39". Quindi? "Ci siamo fatti vedere in carne e ossa tutti e 39, per allontanare ogni dubbio – ribadisce D’Addario –, pensando che avremmo almeno ricevuto delle scuse e una riparazione. Invece ad oggi nessuno, quindi, si è degnato di spiegare nulla a queste 39 persone. E’ gravissimo". Cosa vi aspettate? "Delle spiegazioni, intanto. Presumibilmente qualcuno negli uffici dell’Asur Marche ha comunicato allo Stato un dato che non corrisponde al reale numero dei lavoratori: perché? L’assessore Saltamartini non lo ha spiegato. Ci saremmo aspettati dall’assessore una ricognizione interna per capire cosa fosse successo. Sappiamo già, perché abbiamo chiesto a Roma, che il Ministero della salute non reintegrerà i fondi della premialità Covid per quei 32 esclusi dal conteggio. Ci aspettiamo che la Regione, a fronte dell’errore compiuto, garantisca il dovuto ai lavoratori con propri fondi. Anche perché per una Regione 30mila euro totali di premialità Covid sono una briciola nel bilancio complessivo dell’ente, mentre quegli 800 euro che spetterebbero ad ogni lavoratore, è pane da mettere in tavola. Inoltre...". Inoltre? "Garantire continuità occupazionale per i somministrati, precari storici, è importante. Questi lavoratori sono in scadenza tra dicembre e gennaio 2023. Uno dei somministrati, in scadenza a novembre, non è stato confermato. Non c’è minima certezza, anche in vista della riforma sanitaria, riguardo il destino lavorativo che li aspetta. Abbiamo chiesto più volte all’amministrazione sanitaria che fossero fatti concorsi per internalizzare la loro professionalità".

Solidea Vitali Rosati