La Regione mette al bando il turismo fluviale

Le pratiche del “canyoning“ o “acquatrekking“ verranno proibite: va tutelata la fauna. Ruggeri (5 Stelle): "Ma ora come faranno i controlli?"

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Pian dell’Acqua, Fosso di Terio, le piscine naturali dell’Auro, il Bosso, il Presale non sono solo posti suggestivi dei nostri monti e del nostro entroterra ma anche importanti direttrici di turismo per le zone interne e luoghi dove si possono praticare sport acquatici anche in montagna. Tutte le aree interne sono infatti le location ideali per acquatrekking, canyoning o river jump.

Queste discipline però potrebbero essere messe al bando. A deciderlo è una disposizione contenuta nel calendario della stagione pescatoria che potrebbe mettere a repentaglio le attività ricreative o sportive lungo i corsi d’acqua delle Marche. A pagina 11 del calendario infatti si dispone che "ai fini della conservazione del patrimonio faunistico e ambientale è vietata su tutte le acque della Regione la pratica denominata acquatrekking o qualsiasi tipo di attività che prevede escursionismo di gruppo all’interno dei corsi d’acqua".

La questione è stata sollevata da Marta Ruggeri, consigliera regionale in quota Movimento 5 Stelle: "Risultano necessarie diverse delucidazioni – interviene Ruggeri –. Come faranno i controllori a stabilire se delle persone in un alveo fluviale siano un gruppo oppure sia lì ognuna per conto suo? E come si dovrebbero comportare, i controllori, qualora avvistassero qualcuno che attraversa un corso d’acqua? Sarà vietato bagnarsi in fiumi e torrenti a tutti coloro che, escursionisti, famiglie e ragazzi, cercano d’estate la natura per rigenerarsi dalla vita in città?".

Il provvedimento tocca anche chi lavora nel settore delle escursioni: "Immagino che sarà costretto a spostare il mio lavoro nei torrenti umbri – dice Gabriele Nocciolino, guida di canyoning –. Non riesco a capire perché la Regione forma in prima persona con dei corsi le guide speleo-canyoning poi vieta il canyoning sui suoi fiumi. L’ambiente è una parte importante del mio lavoro e mi sono sempre imposto di tutelarlo per questo accompagno sempre piccoli gruppi cercando di rendere minimo il nostro impatto".

"Ma piuttosto che un gruppo che cammina sarebbe da vietare chi usa la crema solare per i bagni al fiume o chi costruisce “dighe“ per alzare il livello di alcune pozze: quello sì che è dannoso". Vasco Feligini, guida del gruppo Glocal Guides attivo in tutto il nostro entroterra, sposta l’attenzione sulla mancanza d’acqua: "Poche settimane fa a Pian dell’Acqua, sistema di cascate del Monte Nerone, ho incontrato un gruppo di 70 escursionisti, che tutti insieme sono numeri importanti in realtà fragili. La soluzione però non mi pare mettere una norma del genere in un calendario pescatorio ma rendersi conto che la situazione è molto grave a causa della carenza d’acqua. Gli habitat fluviali di tantissimi specie che questa misura vorrebbe tutelare si stanno riducendo perché non c’è più acqua a causa di captazioni selvagge, nevicate sempre più rare e dei cambiamenti climatici. Serve coinvolgere i comuni che conoscono i luoghi e mettere in piedi una rete seria di controlli. Dopo questa norma continuerò a proporre le mie escursioni ma non gli acquatrekking".

Alcuni comuni, come Borgo Pace, hanno fatto delle piscine naturali del torrente Auro un elemento di turismo: "La problematica esiste ed è importante – interviene il sindaco Romina Pierantoni –, per noi il fiume è un volano turistico. Però so che la questione è attenzionata da alcuni consiglieri regionali e si sta cercando una via che al contempo tuteli la fauna ittica ma consenta anche di vivere il territorio in libertà per tutti. Si sta cercando una mediazione tra i due aspetti ed io sono fiduciosa: errare è umano, è importante però che non si perseveri".

Andrea Angelini