La rullata esplode per don Ciotti e contro le mafie

Suono emozionante delle batterie nella piazza piena. Il discorso forte del sacerdote simbolo della legalità

Migration

La sigla della trasmissione Caterpillar, che pure ha un ritmo che ti intorcina le budella, pareva quasi un innocuo canto gregoriano di fronte alla apoteosi crescente, rimbombante, infinita fra la rullata dei cento batteristi e le parole di don Luigi Ciotti, ispiratore e fondatore prima del Gruppo Abele, poi dell’associazione Libera contro la mafia.

Tanto che a un certo punto non si capiva più quale delle due esaltava di più l’altra ricevendone e donando ulteriore forza, trascinando ieri pomeriggio una piazza del Popolo sempre abbastanza piena col contributo anche delle batterie e dei genitori dei tanti bambini dell’Orchestra e del Coro di Libera Musica (con l’aggiunta di elementi della Cappella Musical del Duomo di camerino) in concerto diretti dal Maestro Salazar Marin. Se quella di ieri, in programma per la seconda giornata del CaterRaduno, doveva essere una "Rullata per la legalità" allora più di così non lo poteva essere visto che a "rullare" c’erano anche i campanelli di bicicletta di Libera e soprattutto un don Ciotti che fin da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo si aggirava fra il corso e la piazza fra polizia e decine di persone di ogni tipo e anche abbastanza "eterogenee" nel senso di proveniente da altrove a fermarsi a parlare con lui, uno addirittura a baciargli la mano.

Alle 18,50 esatte sono partiti sessanta secondi di rullata crescente fino al rumore più incredibile con tre bimbi a scandire i tempi di durata contando rispettivamente da 1 a 20, da 20 a 40 e da 40 a 60. D’altronde don Ciotti è uno che già rulla alla grande per conto suo e l’interminabile applauso era solo un modo per metabolizzare meglio il peso delle sue parole sempre pesanti come pietre e che "scuotono" le coscienze proprio come quel rullìo: "bambini non vendete la vostra libertà ai seduttori, guardatevi dai maleducatori, non c’è pace senza giustizia e la pace dev’essere per tutti, impegniamo un pezzo della nostra libertà personale per liberare gli altri". Parole pienamente in linea coi tempi. Ogni anno, hanno detto in apertura quelli di Caterpillar, facciamo una trasmissione per arrivare a questo finale solo per accaparrarci don Ciotti. Ascoltarlo sullo sfondo del rullare delle batterie fa un effetto particolare come una terapia i cui i tempi di intervento devono essere rigorosamente rispettati. Il pomeriggio si è poi disteso offrendo il ricordo dei Beatles a sessant’anni dal loro exploit col contributo del Museo della Batteria di Fano. Hanno suonato "Love me do". Non si vive di sole rullate.

Franco Bertini