
La mobilitazione degli studenti a 33 anni dalla strage in cui morì Falcone. I grandi striscioni contro le mafie e il "Lenzuolo della legalità"
A trentatre anni dalla strage di Capaci, Fano si unisce alla memoria collettiva con una giornata densa di iniziative che ha visto protagonisti soprattutto i più giovani. In ogni scuola della città si è celebrata la Giornata della legalità con striscioni, letture, laboratori e dibattiti. Un’onda di pensieri e gesti per dire no alla mafia e per riaffermare i valori della giustizia, della memoria, del coraggio civile. In prima fila c’era l’assessore ai Servizi educativi Loredana Maria Laura Maghernino, agente di polizia penitenziaria, che proprio in quell’estate del ‘92 – da studentessa di legge – aveva già scelto la strada dell’uniforme. Oggi ha incontrato gli alunni col consigliere Marco Bavosi, sottolineando quanto la consapevolezza dei più giovani sia essenziale per una società più giusta. Le scuole Padalino, Corridoni e Gandiglio hanno esposto grandi striscioni contro le mafie, aprendo momenti di lettura e confronto. All’I.C. Sant’Orso, invece, il "Pranzo della legalità" ha fatto scoprire ai ragazzi i prodotti di Libera Terra, coltivati su terreni confiscati alla criminalità organizzata. Gli stessi prodotti al centro del laboratorio "Genitori a scuola di cucina con i bambini". La Mediateca Montanari ha ospitato la performance letteraria "Sono stato io" della scuola Nuti e la creazione di un grande "Lenzuolo per la legalità" che resterà esposto all’ingresso. A Fano, dove esistono diversi beni confiscati alla mafia e dove negli ultimi l’amministrazione ha avuto un assessore con delega specifica alla Legalità, la cultura antimafia è parte integrante dell’educazione civica. Lo dimostrano le attività che fanno parte della Primavera della legalità: dalla simulazione del processo penale al tribunale di Pesaro agli incontri con testimoni diretti come Savina Pilliu e gli educatori della Fattoria della Legalità di Ponte degli Alberi.
Tiziana Petrelli