La storia e i classici "Vi racconto la lezione di Polidoro Virgili"

La storia e i classici  "Vi racconto la lezione  di Polidoro Virgili"

La storia e i classici "Vi racconto la lezione di Polidoro Virgili"

Don Romano Ruggeri, urbinate, classe 1940, storico ed ex docente universitario, nel 2022 ha dato alle stampe l’ennesimo tassello dei suoi studi pluridecennali su Polidoro Virgili, un urbinate alla corte inglese del Cinquecento.

Come ha accolto la notizia della sua candidatura a cittadino dell’anno?

"Mi ha sorpreso: non cerco esposizione mediatica, negli ultimi due anni ne ho avuta anche troppa, ma ovviamente mi ha fatto anche piacere".

Cosa è successo negli ultimi due anni?

"Sono stati pubblicati due volumi che ho dedicato alla figura di Polidoro Virgili".

Quali?

"Nel 2021 gli Adagia Humana, e nell’agosto 2022 Riccardo III". Di cosa trattano?

"Sono le traduzioni di due dei tanti libri che scrisse Polidoro Virgili (1470-1555), inviato del papa presso la corte inglese. Gli Adagia sono una raccolta di proverbi edita nel 1498, un libro che segnò una rottura coi testi medievali precedenti. Riccardo III invece è un capitolo della più ampia Anglica Historia (storia d’Inghilterra) che parla appunto della vita del sovrano inglese Riccardo III, vicende da cui attingeranno altri come Shakespeare e Tommaso Moro per i loro testi posteriori".

Perché è importante la figura di Virgili?

"Fu un grande personaggio, un amico di Erasmo da Rotterdam, un diplomatico importante e il primo a stendere una storia completa dell’Inghilterra. Fine studioso dei classici, fu uno degli scrittori che incarnano l’umanesimo rinascimentale".

Come mai allora è stato dimenticato?

"Ci fu una damnatio memoriae, probabilmente perché in quel periodo Enrico VIII fece la riforma anglicana e lui fu accusato di essere d’accordo, ma in realtà i suoi scritti testimoniano che fu sempre critico nei suoi confronti".

Però oggi i suoi studi lo rivalutano.

"Credo che meriti conoscerlo meglio, perché tutti i suoi scritti conducono a un concetto generale: studiare i classici ci arricchisce e fornisce degli strumenti dialettici e di visione del mondo che altrimenti non abbiamo".

Insomma un concetto attuale. "Si, oggi c’è un abbandono degli studi classici ma non ci si rende conto che i giovani hanno meno strumenti per parlare, essere persuasivi, difendersi".

Come cominciò la sua passione per Virgili?

"Insegnando in ateneo, vedevo sempre la lapide sulla facciata del palazzo di fronte al rettorato e mi incuriosiva. Poi Carlo Bo mi chiese una monografia su Polidoro e da lì sono seguiti altri tre libri, oltre a vari convegni e articoli".

Basta così?

"Affatto, ne ho in cantiere un altro".

Giovanni Volponi