La vita di Andrea Perticari tra ascesa sociale e nobiltà

Martedì si presenta il volume che inaugura la collana “Crocevia“. L’opera nasce dagli studi di Antonio Brancati e Giorgio Benelli.

La vita di Andrea Perticari  tra ascesa sociale e nobiltà

La vita di Andrea Perticari tra ascesa sociale e nobiltà

Martedì 6 alle ore 18 nell’auditorium di palazzo Montani Antaldi viene presentato il volume, di Antonio Brancati e Giorgio Benelli, “Andrea Perticari di Savignano sul Rubicone“.

Si tratta di un cospicuo volume che inaugura “Crocevia“, la collana di studi e ricerche della Biblioteca d’Arte Signoretti di palazzo Perticari. Il libro, si legge nell’introduzione, nasce dal ricordo di Antonio Brancati, con cui l’autore Giorgio Benelli ha stabilito un solido rapporto di collaborazione e stima reciproca, e anche di affetti. Da quella fruttuosa collaborazione sono nate diverse opere: la serie di studi su Terenzio Mamiani, le indagini sul marchese Antaldo Antaldi, sulla Pesaro del tardo XVIII secolo, eccetera, e ora questa, che esplora una personalità poco conosciuta, perché se si dice Perticari tutti pensiamo a Giulio, lessicografo e poeta attvo nella "questione della Lingua", così importante nei primi decenni dell’Ottocento.

Andrea Perticari viene definito nel libro un "borghese gentiluomo", una contraddizione che oggi non avvertiamo più. Proviene infatti da una famiglia con proprietà e ricchezze in quel di Savignano in Romagna, che Andrea gestisce con profitto mercantile; ma dal momento che per parentela con la famiglia Lapi di Pesaro i Perticari subentrano in altrettanto estese proprietà nel fra Pesaro e Sant’Angelo in Lizzola, Andrea aspira a vedersi riconosciuto a un ruolo sociale che l’attività mercantile della sua pur "stimatissima casa d’affari" potrebbe precludergli.

Allora essere ricchi non implicava essere "anche" nobili; così Andrea finisce per procurarsi un feudo e un titolo di conte, ma l’acquisita nobiltà non gli impedisce di avere dissapori legali, visto che ha proprietà a Sant’Angelo in Lizzola, con il feudatario di quella contea, che è Gianfrancesco Mamiani, padre di Terenzio.

Storie interessanti e complicate, insomma, un mondo al tramonto sul quale si abbatterà di lì a poco il triennio giacobino e poi il governo napoleonico del regno italico.

r. p. u.