La vita è un dono? Allora chi ce l’ha decide come vuole

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Paolo

Ercolani

Decidevo sempre di passare per Fermignano, quando da Cagli andavo a Urbino. Oggi scopro che quella cittadina deliziosa, in cui mi fermavo a fare colazione, è tristemente assurta agli onori delle cronache perché ci abita Fabio, un ragazzo che ha soltanto gli occhi per chiedere allo Stato di aiutarlo a morire.

C’è chi si oppone a questa richiesta, pensando che la vita sia un dono di Dio e che l’uomo non può privarsene coscientemente. Ma credo sia sbagliato, perché un dono è davvero tale soltanto se chi lo riceve può disporne come vuole. Inoltre, dobbiamo imparare a considerare la morte non come qualcosa di estraneo alla vita, che gli si oppone allo stesso modo in cui il male contrasta il bene.

La morte è parte integrante della vita, al punto che San Paolo la intendeva come l’”ultimo nemico” che l’uomo deve affrontare nel corso della sua esistenza. Per chi ha la fortuna di viverla degnamente, infatti, la vita è costellata da tanti frammenti di morte (lutti, angosce, sofferenze etc.), di cui il morire è soltanto l’episodio finale. A quel punto, stando alla dottrina cristiana, conta soltanto quanto l’individuo abbia nobilitato la propria anima rispettando le leggi e le altre persone durante il suo percorso sulla terra. Non è come moriamo che definisce la qualità della nostra persona, bensì come abbiamo vissuto. Il Dio dei cristiani giudicherà soltanto questo, per decidere se la nostra anima sarà degna di assurgere a una nuova vita al suo fianco. Quindi, Dio sarà chiamato a giudicare le scelte che abbiamo fatto in vita, ossia come abbiamo orientato la nostra volontà verso il bene o verso il male.

Il libero arbitrio è la più nobile delle facoltà che la vita concede all’uomo, ed esso deve poterne fare uso anche quando ritiene che quella stessa vita non sia degna di essere vissuta. Non c’è mèta che non sia frutto di un viaggio, e così come io ero libero di passare per Fermignano dovendo andare a Urbino, Fabio deve poter passare per l’eutanasia. Soprattutto se questo dovesse significare salire a una vita nuova e più degna.