L’abbraccia fingendosi la colf Invece gli porta via il Rolex

Vittima un 89enne derubato nel 2020 da una coppia di origine rumena. L’anziano era riuscito a segnarsi la targa della loro auto, ma sono irreperibili

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Abbraccio fatale. E addio orologi, catenine e altri preziosi. Il trucchetto continua a essere efficace e a farne le spese, purtroppo, sono sempre gli anziani. Ne sa qualcosa un 89enne pesarese che per colpa della stretta di una donna ci ha rimesso un Rolex in oro, modello ‘Submariner’, del valore di più di 10mila euro. Gli inquirenti erano riusciti a risalire ai colpevoli, una coppia originaria della Romania, Loredana e Marius Moise, 33enne lei, 35 lui, ma i due si sono dati alla macchia e sono irreperibili.

Ieri si è aperto il processo contro i due imputati, difesi dall’avvocato Gaia Vergari. Il fatto risale a luglio 2020. L’anziano era appena uscito dalla banca quando si sente avvolgere da un abbraccio caloroso. Alza lo sguardo e vede che a stringerlo è una giovane donna, emozionata e sorridente. "Ma si ricorda che ho lavorato per lei, a casa sua? Sono stata benissimo con voi". Lui sente subito puzza di bruciato. Cerca di divincolarsi da quella presa, di allontanarla e intanto mette mano anche sulla tasca dei suoi pantaloni dove ha infilato i soldi appena prelevati in banca. Con l’altra si tocca la catenina al collo. Me nel frattempo, quella donna è arrivata al commiato. Di tutta fretta, lo saluta e se ne va. Lui la vede salire su una Bmw X3 che si allontana sgasando. Più tardi si risalirà anche alla targa (cx106mp), molto probabilmente grazie alle telecamere sulla zona, tra cui anche quelle dell’istituto di credito.

Ma appena si riprende da quei minuti concitati, l’89enne si accorge di avere il polso più leggero: il suo Rolex non c’è più, sparito. Capisce allora che le mani della donna che si spacciava per sua collaboratrice domestica sono riuscite a sfilarglielo senza che lui se accorgesse. Almeno è riuscito a difendere e a salvare soldi e catenina d’oro. Scatta così la denuncia, partono le indagini e gli inquirenti risalgono all’identità della coppia di romeni che risultano residenti a Bologna. Di loro però non c’è traccia. E lo stesso dell’orologio dell’anziano. Il processo si è aperto ieri, ma purtroppo per la vittima sarà molto difficile avere giustizia.

e. ros.