Labirinto verso la gestione di Casa Aura

La cooperativa, che gestisce già Casa Roverella, potrebbe rilevarla dal Comune: "Lo sviluppo arriva dal settore sanitario e della terza età".

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Dopo Casa Roverella, la Labirinto potrebbe entrare anche nella gestione di Casa Aura, ora in capo al Comune di Pesaro. E per affrontare il periodo emergenziale dovuto al Covid, e le relative conseguenze, non è escluso che arrivi a chiedere un’auto riduzione delle retribuzioni per garantire la stabilità occupazionale, come hanno già fatto altre coop marchigiane. Due aspetti su cui sta lavorando Davide Mattioli, nuovo presidente della coop Labirinto dallo scorso 31 luglio.

La sua presidenza si pone in continuità o in rinnovamento rispetto al passato?

"Entrambe le cose – risponde il neo presidente -. Innanzitutto è una cooperativa vera, con processi decisionali collettivi. La partecipazione sovrintende anche al meccanismo delle nomine, tanto che il numero di candidati è sempre superiore alle cariche da eleggere. Infine, non secondario è l’incessante impegno su formazione e supervisione per garantire la qualità dei servizi".

Qualità e sostenibilità non sempre vanno d’accordo…

"Vero, soprattutto in questa fase le coop sono spinte a guardare al massimo risultato, ottenuto con il minimo costo. Ma strategicamente noi non crediamo alla corsa al ribasso dei prezzi".

Quindi, cambierete settori operativi?

"I servizi cambiano in base alle esigenze delle persone e seguono le caratteristiche demografiche della popolazione. In questi anni abbiamo lavorato molto con i migranti, mentre ora gestiamo solo gli Sprar. Nel frattempo siamo cresciuti nel settore della terza età, anche con segmenti innovativi che sperimenteremo nella Rsa di Villa Fastiggi per cui speriamo di avere presto la convenzione".

Si parla di un vostro maggior interessamento nella gestione di Santa Colomba, dove il Comune vuol lasciare..

"Per noi Casa Aura sarebbe sinergica con la gestione di casa Roverella che abbiamo dal 2011, ma è un progetto del comune più che un nostro interesse. Comunque, un ulteriore segnale che le occasioni di sviluppo arrivano soprattutto dal settore sanitario e della terza età".

Alcune cooperative hanno cominciato a chiedere ai propri soci una riduzione della remunerazione. E’ un’azione che vi trova d’accordo?

"E’ una decisione che abbiamo rinviato, aspettando di capire quale sarà lo scenario dei prossimi mesi. Anche per capire cosa otterremo dagli enti per le chiusure forzate, compensazioni che sono oggetto di trattativa".

Il momento è delicato?

"Sì, abbiamo una congiuntura negativa, un nuovo contratto da applicare, con tutte le difficoltà a tradurre il costo del lavoro in un aumento delle tariffe. Su questo sono arrivate le conseguenze del Covid, con molti servizi legati soprattutto alla scuola, ai disabili, all’infanzia che sono stati sospesi o rimodulati, producendo un disavanzo di 3-4 milioni di fatturato su un volume atteso di 24. Prevediamo perciò che il 2020 avrà una diseconomia ordinaria legata al contratto collettivo, e una straordinaria legata al Covid. Ma siamo abituati ad essere resilienti".

Simona Spagnoli