"L’accordo sul Petriccio segna una svolta"

Maggioranza e minoranza in consiglio comunale cantano vittoria: si è trovata l’intesa per una zona di sviluppo strategico

Non accade spesso che un Consiglio comunale si esprima all’unanimità su un punto all’ordine del giorno. Se poi quel voto è seguito da una soddisfazione generale, vuol dire che la questione era molto sentita. Ciò si è visto martedì, quando l’organo ha approvato l’accordo tra Comune e Università sull’area del Petriccio, offrendo un punto di svolta a una vicenda partita 50 anni fa e che tante amministrazioni hanno cercato di dirimere, affinché quella parte di città, cerniera tra la Urbino antica e la Urbino moderna, potesse avere un degno sviluppo urbanistico.

"È una delibera epocale – ha commentato il sindaco, Maurizio Gambini –. Parliamo di un’area che ha avuto evoluzioni, ma con progetti mai attuati, per una serie di motivi. Dato che i tempi e le necessità richiedevano di andare avanti, abbiamo lavorato a una variante al Prg per sbloccare tutto. Il progetto è sostenibile economicamente: agganciandoci al Pnrr lo sarebbe ancora di più, ma progredirà anche se non ci riusciremo".

Due sono i complessi che attualmente sorgono nell’area del Petriccio: Scienze motorie, con la sede, aule, palestre e i cosiddetti “palloni“, e gli ambulatori che ospitano medici di base e guardia medica. Fino a lunedì, la proprietà della zona era ripartita tra Comune, Università e Asur. Con la delibera approvata, il Comune ha dato in permuta la propria percentuale, in cambio di alcuni terreni agricoli dell’Ateneo "in due parchi, mi piace chiamarli così, che sono importanti e che vogliamo sviluppare e valorizzare a fini turistici", ha spiegato Gambini. Resta ora da definire l’accordo tra Università e Asur per l’acquisizione della restante parte del Petriccio, ma l’azienda e la Regione hanno mostrato "disponibilità e interesse, e di questo li ringrazio", dice il sindaco, e nella delibera si legge che la Carlo Bo "si impegna a concordare specifico accordo, con la stessa Asur". Per essa, l’Università aveva già cominciato a progettare e, anche se il piano di sviluppo andrà elaborato nei dettagli, sicuramente includerà nuove aule (alcune già per il prossimo anno accademico) e alloggi per gli studenti, con le strutture che non supereranno l’altezza di quelle attuali. Inoltre, l’Ateneo ha acquisito un’ulteriore area, tra la Villa del Popolo e via Neruda, in cui saranno realizzati dei parcheggi funzionali al complesso che sorgerà. "Quando arrivai a Urbino, 50 anni fa, conobbi tre situazioni: la Fano-Grosseto, la Bretella e il Petriccio – ha commentato il capogruppo di Urbino città ideale, Lino Mechelli –. Ciò fa capire quanto sia importante questa svolta: complimenti a chi ci ha lavorato". Secondo Giorgio Londei, capogruppo di Urbino e il Montefeltro, non "c’è mai stato un intervento che legasse la città vecchia a quella nuova. Se andrà in porto, sarà la più grande operazione dal Dopoguerra". Positivo anche il giudizio di Viva Urbino e Pd, con i capigruppo Mario Rosati e Lorenzo Santi che vedono "l’avvio della conclusione di un processo a cui hanno lavorato diversi amministratori e sul quale si sono confrontati architetti e urbanisti. Crediamo che un’intesa come quella tra Comune, Università e Asur vista per tale questione sia la strada da percorrere anche in futuro. L’auspicio è di mettersi insieme per lavorare a uno sviluppo concreto per la città e cercare di dare opportunità agli studenti formati in questa prestigiosa università, affinché possano rimanere qui e valorizzare ciò che hanno studiato, dando forza a Urbino".

In aggiunta, i gruppi hanno evidenziato alcune potenziali criticità: "La zona ha problemi di viabilità, mentre l’area individuata per i parcheggi, pur capendo che farli lì invece che sotterranei alleggerirà i costi, è vicina ma non comodissima. Bisognerà perciò valutare attentamente tutte le soluzioni".

Nicola Petricca