REDAZIONE PESARO

L’agguato al ragazzo gay. Condannati 3 aggressori

Tra loro anche una ragazza. Il giudice infligge 9 mesi ad un picchiatore e una provvisionale di 3mila euro, altri sei mesi di reclusione ai due complici.

L’agguato al ragazzo gay. Condannati 3 aggressori

Condannati ieri per lesioni e minacce i tre aggressori di uno studente 20enne perché considerato gay. Il fatto avvenne la sera del 13 ottobre 2019 a Montecchio, all’esterno della discoteca Colosseo. I tre imputati, Picari, Papa e Bartolini, sono stati rispettivamente condannati a 9 mesi (più provvisionale di 3mila euro) e a 6 mesi di reclusione. Per il risarcimento danni, il giudice ha rinviato l’incombenza ad una causa civile. A scatenare l’odio omofobo, sfogato nel pestaggio, era stata la camicia leopardata indossata dalla vittima. "Brutto gay! Vattene via o ti ammazzo" gli avrebbe gridato uno dei 3 imputati, mentre il complice 27enne avrebbe brandito anche un coltello e la ragazza, anche lei di 27 annil avrebbe tenuto ferme le mani dello studente. Poi le botte, con insulti irripetibili e minacce. Portato all’ospedale, il giovane aveva avuto 7 giorni di prognosi. Scattata la denuncia, i carabinieri identificarono in fretta i responsabili, i quali durante il processo hanno cercato di sminuire la portata dei fatti negando che ci fosse discriminazione sessuale e atti persecutori. La vittima si è costituita parte civile con l’avvocato Christian Guidi. Ed avevano chiesto di essere parti nel processo anche Arcigay (assistito dall’avvocato Alessandro Cirelli), Gens nova (avvocato Maria Rosa Conti) e Anpi (che per la precisione aveva chiesto di intervenire nel giudizio). Ma il got Ricci aveva deciso di escludere tutte e tre le associazioni ritenendo che non siano stati lesi in modo diretto interessi e principi che rappresentano e tutelano.

Disse al tempo Giacomo Galeotti, presidente di Arcigay Agorà Pesaro-Urbino; "E’ evidente che la vittima è stata attaccata solo perchè riconosciuta come gay. Come è possibile non vedere l’aggravante di omofobia qui? Il giudice non capisce quale danno materiale avremmo subito. Il fatto è che se si attacca una persona perché fa parte di una minoranza, in questo caso quella Lgbt+, l’attacco riguarda tutta la comunità Lgbt+, quindi anche noi di Arcigay".

La difesa, con l’avvocato Marco Defendini, disse durante il processo che "si è trattato solo di una lite tra ragazzi senza alcun intento di discriminazione

della persona offesa o di qualsivoglia diritto di associazioni o

enti". L’Arcigay si è dichiarata ieri soddisfatta delle condanne ricordando che è ormai tempo per "l’approvazione di una legge che possa tutelare le vittime e rieducare chi compie crimini d’odio"