"L’Archivio “Cappellini“ rispetti la legge"

Il sindaco rimane irremovibile nel riprendersi i locali di via Oddi: "Torrico e Nasoni restituiscano le chiavi e vengano a discutere con me"

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Il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, lascia la porta aperta per discutere sulla potenziale collocazione dell’istituto “Cappellini“, al momento in via Oddi in ambienti del Comune. Invita il prof Torrico e la presidente dell’Anpi, Nasoni, a discuterne, ma partendo da un punto fermo: "Liberate i locali, è nostro diritto riaverli".

Gambini non la manda a dire: "Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. I locali di via Oddi sono di proprietà comunale, concessi in comodato gratuito all’Istituto “Cappellini“ e all’associazione Anpi Urbino a seguito di una delibera di giunta del 2004. Il contratto di comodato prevede che: “la concessione dei locali in questione non costituisce diritti di sorta per il comodatario; il Comune di Urbino ha diritto alla restituzione dei locali in qualsiasi momento a semplice richiesta, senza alcun preavviso e potrà utilizzarli come meglio crederà opportuno, senza che ciò debba costituire motivo alcuno di risarcimento di danni in favore del comodatario“. Quindi l’Amministrazione comunale – rimarca Gambini – ha diritto e piena facoltà di avere restituiti gli spazi concessi: se i comodatari continuano a rifiutarsi di liberare i locali, non ci lasciano altra scelta se non adire le vie legali. La loro presenza, infatti, è a tutti gli effetti abusiva, in quanto hanno disatteso le precedenti richieste di liberare gli spazi".

E per trovare una soluzione? Gambini rimane aperto al dialogo: "L’Amministrazione rimane disponibile a valutare insieme il trasferimento in altri ambienti. La stessa disponibilità dimostrata con i fatti già nel 2019, quando avevamo proposto spazi alternativi che gli interessati non hanno nemmeno preso in considerazione e li hanno giudicati inadeguati prima ancora di visionarli. Se siamo ancora a parlarne è perché, evidentemente, chi occupa i locali di via Oddi crede di essere titolare del diritto acquisito di rimanerci a vita, senza considerare che, in realtà, sta arrecando un danno a tutta la comunità, in quanto si tratta di una proprietà comunale, per cui, tra l’altro, l’Ente continua a pagare le spese condominiali. Non si tratta affatto di una questione personale: la proprietà dei locali non è del sindaco, ma di tutta la comunità, quindi invece di “indignarsi“ e mandare interventi di protesta ai giornali, i presidenti Torrico e Nasoni dovrebbero soltanto dire grazie a tutti i concittadini urbinati per aver concesso loro la possibilità di usufruire di quei locali per quasi vent’anni gratuitamente. Loro parlano di bon ton? Mi chiedo allora quale sia il loro bon ton nell’arrogarsi il diritto di voler disporre liberamente di una proprietà comunale, impedendo che venga utilizzata per altre esigenze. Sta forse a loro decidere se una contrada o un’altra associazione sia più o meno meritevole, sia più o meno degna di usufruire di quello spazio? Non credo che questo sia un atteggiamento di difesa dei valori democratici, come vorrebbero far credere. Per quanto riguarda la conservazione dell’archivio sono sicuro che con la Soprintendenza troveremo un accordo. Tra l’altro, visto che l’archivio è stato riconosciuto ufficialmente come fonte di interesse pubblico, esso dovrebbe essere messo a disposizione della comunità, invece di rimanere sottochiave come accade ora. Le porte del mio ufficio sono sempre aperte, come tutti ormai sanno bene, mai i presidenti Torrico e Nasoni non hanno chiesto di incontrarmi, se lo faranno ora sarò disponibile come sempre; comunque aspetto la restituzione delle chiavi entro 10 giorni", conclude Gambini.