L’arcidiocesi di Urbino sarà eliminata

Voci insistenti affermano che l’annuncio sarà domani. Lo sconcerto del Comitato per il nuovo vescovo: "Non vogliono ascoltarci"

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Domani potrebbe essere una data storica, in negativo, per Urbino e tutto l’entroterra. Secondo voci insistenti, sarà annunciata la fine dell’arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado. Da Roma si è scelto di ignorare la richiesta, motivata, pressante, da parte dei fedeli e del mondo laico e istituzionale, di nominare un nuovo vescovo. Urbino avrà come vescovo quello di Pesaro. Eppure il Comitato per il nuovo vescovo si era mosso in modo articolato, coinvolgendo tanto il basso, quanto le alte sfere del Vaticano. "A seguito degli incontri avuti a Roma e a Pesaro con il Nunzio, il Comitato “pro Nuovo Arcivescovo“, gli ha presentato un progetto, da lui auspicato, relativo alle Diocesi del territorio delle Marche Nord" spiega Giuseppe Magnanelli, promotore del Comitato.

"Un piano articolato in tre soluzioni: mantenimento dello status quo, ossia eleggere un nuovo Arcivescovo per l’Arcidiocesi di Urbino-Urbania-SantAngelo in Vado; oppure suddividere il territorio provinciale in due diocesi, ovvero una nella costa, (che ora ne ha due a 12 km di distanza) e l’altra nell’entroterra; come terza indicazione unire la nostra Arcidiocesi con quella di San Marino Montefeltro".

Risultato? "Giungono da più parti voci e notizie che le proposte e gli accorati appelli sono rimasti inascoltati e la paventata unione “in persona Episcopi“, sarà una realtà".

Quando? Magnanelli non si pronuncia, ma da fonti pesaresi, pare che l’annuncio sarà fatto domani.

Cosa ne pensate? "I componenti del Comitato – dice Magnanelli – ribadiscono la loro ferma contrarietà, amarezza, delusione e incredulità per una scelta verticistica, in aperto contrasto con i propositi sinodali che prevedono, almeno nelle loro dichiarate intenzioni, la corresponsabilità dei laici nel cammino della Chiesa. Ora che tipo di pastorale si vuole perseguire? L’Arcidiocesi che è in Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado ha un territorio diffuso e variegato, sia pure non tanto ricco di presenza antropica, che necessita di una pastorale di vicinanza che aiuti ed accompagni i giovani e renda viva la fede degli anziani, noché sostenga il percorso formativo dei 15mila studenti universitari e quelli delle numerose scuole superiori. Una Chiesa “in uscita“ che deve incarnarsi nelle culture del territorio, dove la gente studia e vive, accompagnandola con l’annuncio evangelico".

Le motivazioni storiche certo non mancano, anzi sono quasi esagerate, ma in Vaticano di questi periodi si ignorano. "Come non ricordare la ricchezza spirituale della nostra Arcidiocesi che annovera un Papa (Clemente XI), 2 santi (Veronica Giuliani e Margherita della Metola), 5 processi per cause di beatificazione, 6 monasteri , 4 santuari, un Istituto di Scienze Religiose, 2 conventi francescani, 13 Confraternite. E tutto questo non meriterebbe un Vescovo a tempo pieno? Siamo certi che il nuovo Arcivescovo di Pesaro, del quale apprezziamo le sue note virtù, comprenderà la bontà delle nostre proposte che sono di natura logistico pastorale".

Ed ora il Comitato si scioglierà? O rimarrà vivo e vegeto?

"Come credenti e praticanti e per l’amore che portiamo alla Chiesa, Madre e Maestra, i componenti del Comitato non toglieranno le tende, anzi continueranno ad operare e sostenere le soluzioni più volte espresse, tenuto anche conto che nella nostra realtà provinciale ci sono territori di competenza della diocesi di San Marino-Montefeltro (alta valle del Foglia), di quella di Rimini (Auditore e Casinina), di Senigallia (Mondolfo e paesi limitrofi), di Gubbio (Cantiano), nonché le tre sedi vescovili di Pesaro, Fano ed Urbino. Tutto ciò chiaramente necessita di una revisione generale".