E’ un autunno molto complicato, quello appena iniziato, sul fronte del lavoro. Già prima delle ferie estive le difficoltà emerse soprattutto nei settori della metalmeccanica, dell’edilizia e del legno-mobile, spina dorsale del tessuto produttivo del nostro territorio, erano evidenti. Al rientro purtroppo il quadro non fa che confermare una situazione di grande complessità, come spiega Roberto Rossini, segretario provinciale della Cgil. "Da quanto emerge dalle aziende della nostra provincia in merito all’andamento degli ordinativi per i prossimi mesi, nonché dalla richiesta e dall’utilizzo delle ore di cassa integrazione, siamo di fronte ad un periodo molto complesso, per certi versi anche difficilmente leggibile – dice il sindacalista –. Direi che siamo in sostanza di fronte ad una crisi. Sappiamo ormai che a soffrire maggiormente è la metalmeccanica, a causa della crisi del settore e dell’economia tedesca, ma anche il legno-arredamento è in difficoltà. Faccio soltanto un esempio per rendersi conto della situazione. Nel mese di luglio, da sempre, si registra un picco degli ordinativi, tanto che gli anni scorsi era difficile anche organizzare un’assemblea sindacale. Quest’anno tante aziende del comparto a luglio hanno addirittura utilizzato la cassa integrazione per i propri lavoratori".
A soffrire anche l’edilizia: "Dopo la bolla creata dal superbonus – aggiunge Rossini – questo è un comparto in sofferenza. E’ chiaro che i settori che maggiormente rappresentano il territorio sono in difficoltà, ma chi pensa che si possa sostituire il settore manifatturiero con quello del turismo, si sta sbagliando di grosso, perché non è lontanamente paragonabile in termine di stabilità lavorativa né di retribuzioni". Ed in merito al mercato del lavoro della provincia, Rossini si sofferma anche sui dati che riguardano il calo delle assunzioni: "Qui è cambiato in maniera evidente il mercato del lavoro della nostra provincia – dice –. E’ cambiato il sistema produttivo. Le aziende hanno difficoltà a prevedere il futuro e si ritrovano ad attingere ad una forza lavoro non stabile. Da una parte ci sono realtà che non trovano personale specializzato, nonostante offrano contratti a tempo indeterminato. Altre invece, soprattutto quelle che riguardano comparti mento tecnologici – aggiunge - hanno un sistema di produzione stagionale, legato a picchi di lavoro e optano per contratti intermittenti o stagionali. Infine c’è il tema degli appalti e dei subappalti, dove i contratti sono legati al periodo dell’appalto stesso e dove si registrano anche tanti par-time involontari, che non fanno altro che sommarsi ad un mercato del lavoro sempre più precario e discontinuo".
Alice Muri