Piove sul bagnato. Perché le previsioni a medio termine sono sono buone per il comparto industriale provinciale, tanto che diverse aziende hanno prolungato il periodo delle ferie di una ulteriore settimana per cui in tanti riapriranno i battenti solo lunedì prossimo. Era tempo che non accadeva. In un contesto e in uno scenario tutt’altro che facile si inserisce il caso più unico che raro della Metalli Plastificati di Calmazzo di Fossombrone dove quindici dipendenti dovranno essere licenziati: sfratto esecutivo con arrivo dell’ufficiale giudiziario con tanto di polizia e fabbro al seguito, per tagliare i lucchetti del cancello d’entrata dello stabilimento. Tutti fuori, porte sbarrate e produzione ferma.
Diversi i politici che si sono mossi esprimendo la loro solidarietà al titolare Mauro Paolini ed a tutti i dipendenti, alcuni dei quali sposati con figli a carico. Solidarietà e basta. Chi invece scende in campo è l’associazione degli Industriali della provincia benché la Metalli plastificati non sia una sua associata. "Come associazione – dice il presidente Alessandra Baronciani – siamo particolarmente dispiaciuti per quanto è accaduto. Se richiesto, per quanto possibile, siamo pronti a dare il nostro supporto a tutti i livelli". Una situazione, comunque, che Confindustria stava seguendo perché "abbiamo appreso della situazione alcuni mesi fa. Da un punto di vista meramente legale la magistratura e le forze dell’ordine hanno operato linearmente, ed è stata anche tentata una mediazione dalla Prefettura – continua Alessandra Baronciani –. In questa fase si tratta di una situazione complessa soprattutto a livello tecnico e logistico per la natura dell’impianto". Una situazione non facile e complessa insomma, ma Confindustria è scesa in campo.
Ieri mattina alla luce di quello che è accaduto ha raggiunto Calmazzo, dove ha sede la società, anche il responsabile provinciale del settore metalmeccanico della Cgil, Fabrizio Bassotti.
"Siamo arrivati e ci siamo trovati di fronte il deserto. Non c’era un’anima e davanti ai cancelli abbiamo trovato un cartello con su scritto chiuso per ferie fino al 28. Con noi – aggiunge Bassotti – non si è fatto vivo nessuno e non abbiamo avuto chiamate da parte degli operai che non farebbero male se si facessero vivi con le organizzazioni sindacali. Comunque anche in questi casi, se il titolare fa richiesta, è possibile accedere alla cassa integrazione. Si prende la metà circa dello stipendio, ma comunque meglio quello di nulla. Da come è articolata questa vicenda, secondo me il tavolo migliore per discutere di questa situazione è la Regione".
Mauro Paolini e cioè il titolare, assieme al fratello della Metalli Plastificati è stato tutto il giorno al telefono. "No, non sono arrivate telefonate da colleghi per solidarietà anche se mi ha chiamato Baronciani di Confindustria per avere il quadro della situazione dell’azienda. Per il resto non si è fatta viva la Sicap (la proprietaria del capannone che ha ottenuto lo sfratto dal tribunale di Urbino, ndr). I politici? Hanno espresso la loro solidarietà ma hanno anche alzato le mani nel senso che si sopno dichiarati impotenti e che quindi non sono in grado di fare nulla. L’unica cosa che hanno dispensato sono i consigli".
m.g.