Le mosse di Berengario per fare il re

Se volessimo riassumere le puntate di questa rubrica uscirebbe un bel compendio di storia medievale, in pillole, utile agli studenti. Chissà, magari qualcuno le ha ritagliate e incollate in un quadernino. Ma bando alle ciance, la volta scorsa abbiamo affrontato il tema “Ottone I’imperatore di Germania“. Oggi trattiamo quello di Berengario II, re d’Italia, e lo racconteremo in due puntate visto che si parlerà anche della fortezza di San Leo di Montefeltro (nella seconda puntata).

Berengario II nel 940 divenne marchese di Ivrea; in Italia regnava Ugo di Provenza, un personaggio che stava scontentando tutti. Un bel problema. Che Berengario stesse raccogliendo un esercito per deporre Ugo non fu un mistero. Preoccupato dell’invidia del di Provenza, Berengario chiese aiuto a Ottone I, imperatore di Germania, poi scese in Italia con un esercito e fu acclamato come un liberatore. Per tutta risposta Ugo cedette il trono al figlio Lotario e Lotario cosa fece? “Assunse“ Berengario come “primo ministro“ del regno d’Italia. Fu una mossa poco lungimirante, di fatto prese a governare il marchese di Ivrea, al posto di Lotario. Cinque anni dopo, la svolta. Lotario morì misteriosamente (i dubbi su Berengario sono legittimi) e al suo posto fu incoronato re proprio Berengario. Il gioco era fatto.

Gioco? Un gioco di troni. L’ira di Berengario non si fece attendere e si scagliò soprattutto contro i nobili di stampo ecclesiastico. La politica del nuovo re scontentò gli italiani ancora di più, che iniziarono a rimpiangere Ugo di Provenza e il figlio Lotario. Tra gli scontenti c’erano pure il papa e Adelaide, vedova di Lotario, una donna medievale, forte, capace di amministrare la politica al posto del marito. Come andò a finire? Lo scopriremo nella prossima puntata.

(puntata 236)

Daniele Sacco