Domani, a partire dalle 18, nell’auditorium di Palazzo Ciacchi a Pesaro, in via Cattaneo, si terrà la conferenza dal titolo: "Natura e antropizzazione tra età romana e Medioevo. Scelte ragionate, scelte obbligate" (ingresso libero fino a esaurimento posti). L’evento è organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Pesaro e Urbino in collaborazione con l’Ente Olivieri – Biblioteca e Musei Oliveriani di Pesaro (info: 072133344). Io ci sarò. È interessante ragionare sul rapporto che è intercorso tra il popolamento, ossia tra le forme "di abitare il territorio" e la natura, in altre epoche. La nostra società affronta alcune problematiche con sufficienza, senza rendersi conto che, spesso, ciò che si presenta oggi è già successo in passato. Un esempio, in merito, è dato da ciò che accadde al termine del sistema di "gestione" della campagna formulato in età romana.
La campagna in età romana era un disegno consapevole. Le aree a cerealicoltura si alternavano alle macchie boscose, ai frutteti e tutto era ordinato, o meglio, centuriato. Come vi era ordine negli assi stradali interni alle città, che scandivano gli isolati, vi era ordine negli "assi" della campagna, rappresentati ugualmente da vie di comunicazione, ma anche da un sistema fittissimo di fossi e scoli utili per drenare i campi. La campagna romana era un reticolato di appezzamenti ordinati soggetto ai ceti dirigenti e assegnato a un sistema di lavoratori e schiavi che gestivano e mantenevano quell’ordine. Con la crisi dell’impero romano d’Occidente andò in stress anche quel sistema gestionale, ordinatissimo, delle campagne e si dovettero affrontare nuove problematiche, tra cui l’esondazione dei corsi d’acqua, l’impaludamento delle piane di fondovalle. Problemi che affrontò il Medioevo.