Intossicazione tonno Pesaro, le tre ragazze: "Il cuore ci batteva all’impazzata"

Le studentesse sentitesi male dopo aver mangiato la tartare di pesce a Fano: "Ora dobbiamo seguire regole precise"

Intossicati dalla tartare di tonno, le tre ragazze: "Il cuore batteva all'impazzata"

Intossicati dalla tartare di tonno, le tre ragazze: "Il cuore batteva all'impazzata"

"Abbiamo avuto tanta paura, soprattutto quando il cuore ha cominciato a batterci all’impazzata, sempre più forte. Momenti terribili e ancora adesso ci sentiamo addosso molta ansia".

Carolina Cappellini (26 anni), Sara Zauli (23) e Valentina Curina (23), le tre giovani amiche che sabato sera sono rimaste gravemente intossicate dopo aver mangiato in un ristorante di Fano del tataki di tonno (che si prepara con una veloce scottatura del pesce), raccontano insieme, al telefono, dalla stanza del reparto di Cardiologia del Santa Croce dove sono ricoverate, la loro bruttissima disavventura.

Intossicazione tonno a Fano, nuovo episodio: "Stesso piatto, stesso incubo"

"Siamo arrivate nel locale verso le 22,20 insieme ad altre 7 amiche. Prima abbiam preso un antipasto, poi noi tre, solo noi tre del gruppo, ci siamo fatte portare il tataki di tonno. Erano circa le 23. Neanche 10 minuti dopo aver finito il piatto tutte e tre abbiamo accusato un gran calore, accompagnato da rossore al viso e per una di noi anche da macchie alle braccia. Siamo uscite a prendere una boccata d’aria, ma non è servito. Anzi, sentivamo anche il cuore battere velocemente, sempre di più. Così abbiamo pagato in fretta e furia il conto e le nostre amiche ci hanno accompagnato al pronto soccorso".

Qui, la tempestività degli operatori è stata straordinaria: "Ci hanno fatto entrare subito tutte e tre – proseguono - e seguite contemporaneamente. Tutte e tre con gli stessi sintomi e i parametri sballati: la pressione bassissima, la frequenza cardiaca fino a 160 e i valori degli enzimi alterati. Fino alle 5 del mattino, nonostante i trattamenti farmacologici, siamo state malissimo, poi abbiamo iniziato a sentirci meglio, ma gli enzimi erano ancora alti e ci hanno trasferite qui in cardiologia".

Dove le condizioni delle ragazze si stanno pian piano normalizzando, ma la ‘botta’ è stata grossa e per guarire del tutto ci vorrà tempo:

"E’ così – confermano -, gli enzimi e tutti gli altri parametri stanno rientrando, ma ci terranno ancora in osservazione e non sappiamo per quanto, esattamente. Quello che è certo è che per almeno due mesi, quando saremo a casa, dovremo seguire una terapia ed evitare sport e altri sforzi, perché il cuore ha subito un forte stress". Intanto, la paura non è ancora passata: "Certo, non c’è paragone con sabato sera, ma tensione e preoccupazione ci sono anche adesso. Qui in ospedale ci sentiamo più sicure, fossimo a casa sarebbe peggio. Ringraziamo tantissimo tutto il personale di questo reparto di Cardiologia e anche del pronto soccorso, sono fantastici".

Sabato a mezzanotte scoccava il compleanno di Valentina e proprio in quei minuti lei e le sue due amiche sono entrate in pronto soccorso: "Che dire – concludono -, davvero una festa alternativa".

Sandro Franceschetti