Le Usca cambiano nome e soprattutto incarichi Saranno Uca e aiuteranno nei Pronto Soccorso

Cambia il nome e cambiano gli incarichi. Le Usca, i medici a domicilio conosciuti in pandemia, non solo diventeranno Uca, ma potranno dare man forte nei Pronto soccorso, almeno fino al 31 dicembre 2022. Sono le novità anticipate dalla giunta regionale. Innanzitutto Uca sta per Unità di continuità assistenziale, ma a parte il nome il personale sarà lo stesso: la modifica dipende dal fatto che oggi scade la legge che aveva previsto l’impiego dei medici Usca. "La Regione ha chiesto – ha detto l’assessore Filippo Saltamartini – la proroga fino al 31 dicembre 2022, ma la richiesta ancora non è stata accolta". Per queste ragioni una nota diramata del dipartimento Salute della Regione prevede la possibilità di utilizzare l’esperienza del personale operante nelle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) nella cura del Covid e per alleggerire la pressione sui Pronto soccorso, fino al 31 dicembre. Nella sostanza, spiega l’assessore, il personale medico ha la possibilità di "continuare la sua attività attraverso l’istituto della prestazione in qualità di continuità assistenziale o attivando contratti Co.co.co. per la gestione domiciliare dei pazienti Covid" ma anche "per la cura dei codici bianchi nei Pronto soccorso". Tra i compiti dei medici ci sarà infatti la presa in carico e il follow up dei pazienti domiciliari durante i focolai epidemici. La nota si è resa necessaria per garantire la continuità dell’assistenza nel periodo di passaggio tra la dismissione delle Usca e la nascita delle Uca previste dal Dm 77 del 2022, (équipe composte da un medico e un infermiere ogni 100mila abitanti). Gli incarichi di lavoro autonomo saranno offerti sia al personale medico già operante nelle Usca, sia ai medici specializzandi iscritti all’ultimo e penultimo anno di corso delle scuole di specializzazione. Si tratterà, di norma, di incarichi di 24 ore settimanali della durata di tre mesi, prorogabile al massimo fino al 31 dicembre 2022.