Aggressione a Pesaro, donna prende a pugni la compagna. Poi la pace

Prima il processo per maltrattamenti e lesioni, poi il colpo di scena: le due donne superano i dissidi e il ricordo delle botte e tornano insieme, con remissione della querela

Il caso era finito in tribunale

Il caso era finito in tribunale

Due donne pesaresi, conviventi da tempo, litigano nel 2021. Una delle due, quarantenne, prende a pugni la compagna mandandola in ospedale. Sembrano questioni di gelosia, ma comunque non finisce lì. La vittima, una volta medicata, va in questura e presenta una querela contro l’ex compagna. Che finisce sotto processo per maltrattamenti e lesioni. Poi il colpo di scena: le due donne superano i dissidi e il ricordo delle botte e tornano insieme, con remissione della querela. Ma non basta. Il procedimento prosegue d’ufficio e per la donna che aveva sferrato il pugno si profila il processo che l’avvocato difensore Enrico Cipriani ha evitato ricorrendo alla "messa alla prova". In altre parole, l’imputata chiede di poter scontare il debito verso la società avendo fatto instaurare un processo, svolgendo un lavoro sociale utile. Il giudice ieri ha ammesso la richiesta rinviando l’udienza per attendere il via libera degli uffici competente. All’arrivo del sì, l’imputata dovrà lavorare 8 ore a settimana per sei mesi pulendo giardini e marciapiedi attenendosi al programma che l’associazione la Mimosa predisporrà. L’imputata si è dichiarata prontissima a svolgere lavori utili per la collettività.

In questo modo, evita una condanna mentre così, pulendo i gardini e i marciapiedi, si estingue il reato e non ci sono sorprese nella fedina penale. E’ un modo per saldare il conto con la giustizia a cui stanno ricorrendo sempre più persone che incappano in qualche reato, compresi gli abusi edilizi o la guida in stato di ebbrezza. Fare ore di volontariato in ospedale oppure in qualche cooperativa sociale e agricola consente di evitare il verdetto del tribunale e nello stesso tempo fare un passo avanti verso gli altri