Coach Leka sprizza felicità da tutti i pori. E’ l’ottava vittoria su nove partite, la terza consecutiva nel girone di ritorno aperto senza macchia, ma è probabilmente anche la più convincente, la più limpida, con 6 uomini in doppia cifra e il pubblico che alla fine canta ‘Vi vogliamo così’. "Non esiste più un io, ma esiste un noi grande come una casa" il concetto con cui Spiro spiega la chiave della metamorfosi. "Due mesi fa stavamo a un metro e mezzo dalla palla, non riuscivamo mai a fermare un contropiede avversario e non correvamo – sottolinea il coach –. Adesso pare che in campo siamo in sette dall’energia che ci mettiamo, abbiamo fatto sembrare questa partita più facile di quel che era: alla terza gara in otto giorni giocare con quella voglia e con quella faccia lì a me fa impazzire, a un certo punto tutto girava così bene che potevo anche andare a casa a guardarla dal divano".
Pesaro si sta prendendo le sue rivincite: dopo il giro di boa ha battuto Brindisi, Vigevano e Milano, tutte formazioni che all’andata l’avevano messa sotto in maniera netta: "Abbiamo dato un altro segnale che per venire a vincere a casa nostra adesso bisogna sudare – dice ancora Leka –. Sono orgoglioso dei miglioramenti fatti, d’altronde non sono il tipo di allenatore che gestisce, non so farlo e non mi piace, io voglio allenare veramente perché credo che anche un giocatore di 30 anni possa ancora migliorare. E d’altronde, se si è impegnato uno come Ahmad per performare meglio, non vedo perché non debbano farlo gli altri".
A questo punto il mercato può attendere? "Ho trovato degli equilibri e fatto delle promesse ai giocatori che devo mantenere altrimenti non sono credibile, dico solo che questi ragazzi meritano di essere aiutati per non andare in difficoltà dopo, ma un eventuale arrivo dev’essere un up-grade e finora questa situazione non si è presentata".
e.f.