Lezioni in presenza, prof dice: "Meglio così, altrimenti andava male"

"All’inizio i corsi online e i laboratori funzionavano bene, ma poi gli studenti erano diventati svogliati e del tutto disattenti"

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Studenti universitari di nuovo nelle aule senza limitazioni. Il professor Simone Galeotti, presidente della scuola di scienze geologiche e ambientali di Uniurb e docente in due corsi dice: "Sarà molto bello guardare gli alunni negli occhi e soprattutto vederli senza mascherina. Il mio corso ha numeri bassi, parliamo di poche decine di persone, per cui - com’era prima del resto – dovrebbe essere più facile ricreare gruppo, quel senso di comunità che è uno dei punti di forza dell’ateneo di Urbino e che si è perso col covid". Ancora: "Una classe è un insieme di persone che condivide uno scopo di istruzione ma anche dei momenti di socialità. La presenza fisica è una potenziale base di aggregazione, necessaria alla crescita dei ragazzi".

Da un punto di vista della didattica, ci saranno dei cambiamenti: "Non torneremo esattamente al 2019 – dice il professor Galeotti – Nell’incontro che abbiamo avuto col prorettore Boccia Artieri abbiamo capito che rimarranno alcuni strumenti, prima inesistenti, che pur nella situazione drammatica hanno apportato dei benefici che vale la pena mantenere e integrare gradualmente nella didattica degli anni a venire. Insomma non bisogna fare tabula rasa di questi anni: c’è del buono da conservare". Su come sono stati gli anni di lezioni online, il professore aggiunge: "All’inizio c’era grande partecipazione. Nei momenti di entusiasmo sociale dei primi tempi, c’era voglia di impegnarsi, di attivarsi per dare il proprio contributo. Sembrava impossibile fare laboratori online, eppure quel corso è andato molto bene. Poi gradualmente è andato peggio. Meno attenzione, meno presenze, più svogliatezza. Ora torniamo in presenza, sarà tutto diverso".

Giovanni Volponi