Dopo quattro anni di guerra, l’impatto con la cruda realtà – di bombardamenti, distruzioni, deportazioni e rappresaglie – i cagliesi lo conobbero esattamente ben ottanta anni fa tra grandi paure proprio in questi giorni di quel lontano agosto 1944.
L’avanzata degli alleati aveva inasprito ulteriormente la rappresaglia tedesca e molti furono gli episodi nel territorio. Cagli dai primi di agosto era diventata una città semideserta con la gente sfollata nelle vicine frazioni in attesa del passaggio del fronte. Il 15 agosto dopo la sua deportazione nel campo di sterminio di Mauthausen, fu avviato al martirio don Giuseppe Celli. Nel frattempo si erano susseguiti pesanti incursioni aeree con bombardamenti delle "stazioni volanti" degli alleati con la distruzione di ponti, il lanificio e alcune abitazioni. I tedeschi eseguivano controlli in ogni abitazione alla ricerca di armi e partigiani. Furono fucilati anche civili inermi come i quattro fratelli Orlandi, l’ingegner Arienzo e scamparono ad un imminente eccidio molti abitanti della frazione di Acquaviva.
Furono radunati in cima al paese dopo l’uccisione in un agguato di due tedeschi lungo la strada per Frontone e mentre si preparava la loro fucilazione, tra i paesani un uomo indicò il Catria al plotone dove in lontananza si vedevano partigiani. Fu la loro salvezza poiché i tedeschi li liberarono ma fu una esperienza molto angosciante.
Le azioni di guerriglia partigiana nell’agosto non furono da meno, vi fu uno scontro con i tedeschi a Fontenovo dove uno dei partigiani, Flavio Trasanna, si salvò essendosi nascosto in un corso d’acqua respirando sommerso con una canna alla bocca. Altra rappresaglia avvenne nella frazione di Massa dove i tedeschi bruciarono molte abitazioni. Questi gli ultimi episodi di guerra e i tedeschi con un ultima cannonata da una collina sopra a Cagli ferirono nel giardino del Seminario il padre del cardinale Pietro Palazzini.
Infine arrivò il gran giorno della liberazione della città il 22 agosto alle 10,20 con l’ingresso di una pattuglia della San Marco che issò il tricolore sul balcone del Comune con il CNL locale che assunse il comando della città nomimando Adolfo Donini primo sindaco di una Cagli ormai liberata. A furor di popolo tre vie del centro cambiarono nome: una fu dedicata ad Imbriano Alessandri, una a don Giuseppe Celli e una terza divenne via 22 agosto, da dove entrarono i militi della San Marco nel quartiere del Borgo.
Mario Carnali