Liberazione nel segno dei bambini

Fumogeni rossi, canti della Resistenza, striscioni, bandiere e corone d’alloro. In corteo anche i più piccoli

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Fumogeni rossi, canti della resistenza, striscioni, bandiere e corone d’alloro. Si è rinnovato, ieri mattina a Fano, dopo lo stop imposto dalla Pandemia, il tradizionale corteo cittadino della Liberazione colorato dalla presenza di tanti bambini… piccoli partigiani in erba. A reggere un lembo dello striscione dell’Anpi che apriva il corteo della sezione Leda Antinori dell’associazione partigiani, c’era infatti il piccolo Enrico Maria Ciavaglia, 8 anni, figlio dell’onorevole Lara Ricciatti. Assieme a lui tanti altri bambini, a piedi e in bicicletta, a ripercorrere il percorso della memoria della lotta partigiana. Una corona d’alloro sull’ingresso della residenza comunale, la seconda nei giardini della Rocca Malatestiana e la terza al Monumento dei caduti. A presiedere le celebrazioni con la fascia tricolore, per la prima volta, è stato il vice sindaco Cristian Fanesi, emozionato ed onorato di fare le veci di Massimo Seri assente perché ancora positivo al Covid. Ma è stata nel pomeriggio la vera grande ‘prima volta’ del 25 Aprile fanese. "Per la prima volta siamo qui (a Metaurilia, ndr) a festeggiare il 25 aprile in una piazza intitolata ad uno degli interpreti della Resistenza Partigiana al nazifascismo - ha ricordato Paolo Pagnoni, presidente Anpi provinciale -. In questa giornata celebriamo Alceo Pucci. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, nei vari quartieri di Fano i ragazzi si organizzarono in Bande a supporto del Comitato di Liberazione Nazionale. Si ritrovarono a Bellocchi e pubblicarono un foglio clandestino: ‘Noi giovani liberi’. Alceo Pucci (dell’Orto 79) col cugino Risiero, coetaneo e studente della scuola navale, il fratello Alceste ed altri ragazzi di Metaurilia formano un Gap (gruppo di azione partigiana) con compiti di disturbo e sabotaggio contro gli occupanti tedeschi e di supporto alle azioni degli Alleati. Di giorno erano ragazzi della vita normale, di notte partigiani. Anche grazie al loro apporto Fano viene liberata il 27 agosto 1944". Dopo la liberazione Risiero ed Alceo non rimangono a casa, ma seguono l’esercito alleato per continuare a dare il loro contributo alla lotta di liberazione. Vengono prima addestrati dagli inglesi nei pressi di Caserta e poi assegnate alla Brigata Legnano a Rimini. Nel marzo del 1945 vengono trasferiti al quinto corpo d’armata americano. "Purtroppo Alceo morirà durante un’azione di guerriglia nei pressi di Bologna, due settimane prima della Liberazione nell’aprile del 1945 - conclude Pagnoni -. La famiglia lo seppe solo dopo più di un mese". Una storia che pochi fanesi conoscevano, fino a ieri. Ci sono voluti 77 anni per celebrare Alceo e Risiero Pucci.

"Il 25 aprile - commenta l’assessore alla Memoria Samuele Mascarin - è l’occasione per sentirci comunità e per trovare il coraggio ancora una volta di resistere al nostro tempo. Abbiamo bisogno, oggi più che mai, di speranza e di radici che sappiano offrire la forza e la tenacia per poter scorgere nuovamente un orizzonte di liberazione". Il riferimento inevitabile è ai venti di guerra che soffiano dall’est Europa, con la storia che si ripete sanguinosa da due mesi con l’invasione russa dell’Ucraina iniziata il 24 febbraio 2022, che ha segnato una brusca escalation della contesa tra i due Paesi in corso dal 2014 e partita dal DonBass. Una guerra che sta provocando la maggiore crisi per l’accoglienza di rifugiati in Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Tiziana Petrelli