Pesaro, 'Litigare è un’arte'. Mostra con il liceo Mamiani

Quanti di voi sanno litigare? Per capirlo un'esposizione curata da pedagosgisti e studenti

Le liceali di Scienze umane, guide della mostra

Le liceali di Scienze umane, guide della mostra

Pesaro, 13 febberaio 2019 - Quanti di voi sanno litigare? La domanda sembra assurda, ma se si segue la logica di educatori e pedagogisti se ne capisce il senso. E si intuisce perché sarebbe proprio importante imparare a litigare meglio. «L’obiettivo della mostra che verrà inaugurata lunedì 18 a Palazzo Gradari – spiega l’assessore Giuliana Ceccarelli – è proprio quello di mostrare i benefici di un conflitto positivo, quello cioé che non ha come soluzione l’annientamento del nemico.

Infatti come spiega Paolo Ragusa, pedagogista e curatore della mostra “Conflitti, litigi ed altre rotture”, il conflitto non è una guerra, in cui la violenza spazza via ogni altro valore. Bisogna sapersi fermare prima della violenza e riuscire a trovare un accordo, una convivenza nonostante le posizioni differenti». La mostra sarà un percorso interattivo. Visitata da 80mila studenti in tutta Italia è approdata a Pesaro per via della collaborazione decennale con il Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti di Piacenza, da oltre vent’anni in prima linea nella prevenzione di fenomeni come bullismo, esclusione e disagio giovanile. «Senza il sostegno economico della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro – continua Ceccarelli – non ce l’avremmo fatta».

Gli organizzatori della mostra
Gli organizzatori della mostra

In via del tutto eccezionale, guide alla scoperta della mostra, saranno le studentesse del liceo Mamiani, le classi terze dell’Indirizzo sociopedagogico di Scienze Umane (ex magistrali per intenderci).

«Oltre alle scuole – spiega l’assessore – hanno prenotato la visita oratori, centri educativi. La mostra sarà aperta fino al 14 marzo e chi interessato può prenotarsi contattando la segreteria dell’assessorato scrivendo a pubblica.istruzione@comune.pesaro.pu.it». Le studentesse oggi faranno un corso di formazione in alternanza scuola lavoro con i servizi educativi del Comune diretti dal dirigente Walter Chiani per acquisire le competenze necessarie ad accogliere i visitatori.

«In particolare – spiega la prof del Mamiani, Elena Marcucci – il percorso prevede una serie di stazioni in cui i visitatori faranno delle esperienze. Per introdurre il concetto di violenza, per esempio le persone entreranno dentro una stanza totalmente buia. Gli studenti a fare da guida, formati da Ragusa, daranno degli stimoli e raccoglieranno i riscontri in un diario di bordo».

Ragusa conferma: «Nella mentalità comune il disaccordo è un valore negativo – osserva il pedagogista –. Invece il conflitto è apprendimento». Questo perché mette in moto una serie di meccanismi intellettuali ed emotivi della persona estremamente efficaci. Fondamentale è saper mettere a frutto questa energia nel giusto modo: al servizio della ragione e non innescando una guerra, distruttiva. Citando Isaac Asimov, il preside del Mamiani, Roberto Lisotti ha ben concluso il senso della mostra antidoto all’intolleranza: «La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci».