L’indistricabile delitto di via dell’Orsina

Giovedì in scena al teatro “Sanzio“ di Urbino l’atto unico di Eugène-Marin Labiche con Dapporto, Fassari, Soffiantini e Marcomeni

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Una commedia nera, una macchina fatta di trovate, energia, divertimento, Il Delitto di via dell’Orsina arriva in scena al Teatro Sanzio di Urbino giovedì 15, nella stagione di prosa promossa da Amat con il Comune.

Protagonisti dell’allestimento sono Massimo Dapporto, Antonello Fassari, Susanna Marcomeni diretti da Andrée Ruth Shammah, che firma anche l’adattamento, per uno degli atti unici più conosciuti di Eugène-Marin Labiche, padre nobile del vaudeville, talento prolifico e sopraffino capace di svelare, con indiavolate geometrie di equivoci e farse, "il ridicolo nascosto sotto i tappeti della buona borghesia", come si legge nella nota della produzione.

Due uomini, un ricco nobile ed elegante (Massimo Dapporto) e un proletario rozzo e volgare (Antonello Fassari), si risvegliano nello stesso letto, hanno le mani sporche, le tasche piene di carbone e non ricordano nulla di quanto accaduto la notte precedente. Quando dal giornale apprendono della morte di una giovane carbonaia si convincono di essere stati loro a commettere l’omicidio.

Per i due protagonisti, disposti a tutto pur di sfuggire alla colpa e mantenere le apparenze, non resta che far sparire ogni prova. Andrée Ruth Shammah che firma la regìa e, assieme a Giorgio Melazzi, l’adattamento, mantiene intatta la struttura della pochade e del gioco indiavolato degli equivoci ma vira al noir seminando inquietudini all’ombra di qualcosa che incombe. La Francia perbenista e ottocentesca di Labiche diventa l’Italia del primo dopoguerra, pre-fascista e conformista. Alcune battute e personaggi sono “rubati“ da altri lavori del drammaturgo francese per dare più spessore alle sottotrame e rendere più stratificata la vita che c’è dentro. Un sottile turbamento, fatto di piccole sospensioni, guida gli attori. Clownerie e astrazione beckettiana, il ritmo del vaudeville e la tradizione del teatro brillante italiano si incontrano in un vaudeville noir che fa ridere e pensare e che con i suoi vorticosi intrecci riesce a raccontarci, in modo non scontato, il disorientamento che stiamo attraversando. Un atto unico che spinge sul gran gioco del teatro e delle sue possibilità, in cui si inseriscono couplets cantati.

Una vicenda fatta di tensioni che gioca con i tanti tic di oggi e mette in scena il contrasto tra come vogliamo apparire e come siamo davvero dentro la solitudine che ci attanaglia. La traduzione del testo è a cura di Andrée Ruth Shammah e Giorgio Melazzi. Completano il cast dello spettacolo – prodotto da Teatro Franco Parenti, Fondazione Teatro della Toscana e con Marco Balbi, Andrea Soffiantini – Christian Pradella, Luca Cesa-Bianchi. Le musiche sono di Alessandro Nidi, le scene di Margherita Palli, i costumi di Nicoletta Ceccolini e le luci di Camilla Piccioni. Informazioni e biglietti al “Sanzio“, tel. 0722 2281.

Inizio spettacolo ore 21.